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Lisa Vittozzi al Corriere dello Sport: “Pensavo di essere un supereroe, ora mi diverto praticando il biathlon”

Ha parlato di diversi temi Lisa Vittozzi nell’intervista al Corriere dello Sport realizzata da Giorgio Capodaglio. Non è cambiata l’azzurra nonostante nella scorsa stagione abbia conquistato due dei tre grandi obiettivi che si è prefissata nella sua carriera. La sappadina ha toccato nuovamente le corde più sensibili nel rivivere alcuni momenti, arrivando ora a divertirsi nel fare biathlon: “Si, perché oggi il risultato non è più l’unica cosa che conta, anche se lo cerco ancora. Identificandomi con esso vivevo male, se arrivavo sessantesima mi sentivo una fallita. Da quando ho smesso di ragionare così, ho iniziato a divertirmi”.

“Quando raggiungi l’alto livello, scopri che le cose non vanno sempre lisce e ci sono anche pressioni esterne, media, aspettative. Ti ci trovi catapultata dentro e allora capisci di dover lavorare su te stessa. Nel mio percorso, il lavoro mentale è stato fondamentale. Mi sono rivolta a uno psicologo perché ne avevo bisogno, ero in difficoltà. Ma anche adesso che vivo un bel periodo della mia vita, continuo a farlo, perché mi fa stare bene. Penso che nello sport si parli ancora troppo poco dell’importanza della figura dello psicologo. Affidarcisi, anche quando le cose vanno bene, è una scelta che porta miglioramenti quotidiani sotto ogni punto di vista.”.

Lei ha parlato apertamente del suo periodo buio.
“Durante il periodo di crisi, pensavo che gli atleti di alto livello fossero perfetti e mi sentivo una pecora nera. Poi, mi sono resa conto che molti avevano capito il mio malessere e parlarne mi avrebbe permesso di far conoscere il mio punto di vista. Ho anche realizzato che la mia storia poteva aiutare altri, mostrare che pure un’atleta che ha vinto la Coppa del Mondo è passata per un periodo buio, riuscendo a superarlo grazie a un determinato percorso. Oggi, gli atleti parlano sempre più liberamente di un incidente di percorso. Penso sia importante”.

Anche perché spesso il grande atleta viene visto come un supereroe.
“È vero, ma io pensavo di esserlo. Crediamo di avere i super poteri, ci sentiamo indistruttibili, mentre in realtà siamo delle persone normali. E gli esseri umani provano emozioni, non tutto va sempre come vorremmo”.

 

Foto: Manzoni IBU