fbpx

Tommaso Giacomel: “Carico e pronto per la nuova stagione”

TRENTOTommaso Giacomel è uno che odia perdere tempo, e sprecare parole.

 

24 anni, il giovane talento di Imer si sta trasformando in un “big” del biathlon mondiale, ma ha la maturità per riconoscere che la metamorfosi è un percorso lungo e pieno di insidie.

Tommy le affronta con una mentalità che a primo impatto lo rende “freddo”: è uno di poche parole, che non spreca fiato per chiacchierare del più e del meno.

 

Ma basta incrociare il suo sguardo o ascoltarlo parlare per capire di essere di fronte a un uomo determinatoossessionato nel miglior senso del termine dai suoi ambiziosi obiettivi.

Un ragazzo solare, ma che vive in maniera totalizzante la ferrea disciplina che gli sport di fatica impongono per tutto l’anno, anche se poi la stagione invernale a competere in pista lo tiene “solo” da fine novembre a inizio marzo.

 

In uno sport dominato dai norvegesi, in cui la concorrenza quasi intimorisce per il modo in cui la performance sugli sci e l’efficienza al poligono sembrano avvicinarsi ad un livello “non plus ultra”, Giacomel sta bruciando le tappe e facendo ormai stabilmente collezione di medaglie piazzamenti. Con una promessa: che il meglio debba ancora venire.

 

A Trento è stato travolto anche lui, nelle giornate del Festival dello Sport, dall’affetto della gente: la popolarità del biathlon è in crescita, e oltre alle “regine” Wierer Vittozzi anche Giacomel comincia ad essere un volto noto agli appassionati di questo sport adrenalinico.

 

“Davvero un piacere essere parte di questo evento – racconta Tommy a Il Dolomiti a margine dell’appuntamento targato Fisi Audi in piazza Duomo -; non ero mai stato qua perché per un motivo o per l’altro eravamo sempre impegnati altrove durante i giorni del Festival. Invece quest’anno essere qui dà una grande carica ed emozione, c’è davvero tanta gente e si respira un clima di grande entusiasmo e di attesa per la nuova stagione degli sport invernali”. 

Tommaso, la preparazione come sta andando? 

“Sta andando benissimo. Mi sono allenato davvero bene tutta l’estate, ancora di più degli anni passati. Insomma, sono pronto per un inverno in cui andare a caccia di risultati importanti in coppa del Mondo”.

 

Dopo un eccellente finale di stagione, dove pensa di poter “limare” ancora qualcosa del gap che la separa dai migliori del circuito, norvegesi in testa? 

“Credo che ad altissimo livello a fare la differenza sia soprattutto la qualità e l’efficacia del fondo: al poligono la velocità di rilascio colpi è talmente alta per tutti che lì è difficile poter fare la differenza. Essere solido e costante sugli sci stretti è fondamentale per ambire a grandi obiettivi. Norvegesi favoriti? Sì, con il nuovo sistema di selezione dei gruppi per l’assegnazione dei pettorali di partenza in Sprint e Individual le carte potrebbero mischiarsi un po’ ma credo che i migliori saranno sempre davanti in classifica. Staremo a vedere”. 

 

In effetti l’Ibu ha comunicato questa novità: che per Sprint e Individual i primi 15 della classifica generale non abbiano più il vantaggio di scegliere il gruppo di partenza, ma che anzi siano “obbligati” a scendere in pista con pettorali tra il numero 46 e il 75.

“Comunicato è una parola grossa. Con gli atleti, nel prendere questa decisione, comunicazione zero. E infatti noi atleti, devo dire, siamo stati abbastanza critici. Forse non proprio tutti, penso a Dorothea che ha espresso un parere diverso dal mio (QUI L’ARTICOLO, ndr). Ma secondo me, mi perdoneranno per il termine, questo cambiamento è una cag**a. Gli atleti forti, i primi in classifica, si guadagnano da sempre il diritto di potersi scegliere il gruppo di partenza e scegliere dove vuole partire. Ora questo diritto viene tolto arbitrariamente a beneficio, ma è tutto da verificare questo beneficio, dei broadcaster e delle televisioni. Secondo me è una scelta sbagliatissima, nel metodo e nel merito. Staremo a vedere”. 

Foto: Manzoni IBU