fbpx
Beijing 2022 cos'è il Biathlon

Beijing 2022: che cos’è il Biathlon?

Ogni quattro anni sportivi, media e stampa si trovano a seguire il biathlon in tv nella speranza di poter celebrare una medaglia per i colori azzurri. Ci avviciniamo a Beijing 2022: che cos’è il Biathlon? C’è chi lo confonde con il triathlon o il duathlon, non sono mancati errati riferimenti al decathlon o al pentathlon…

Wikipedia recita:

Il biathlon è uno sport invernale, appartenente al gruppo dello sci nordico, i cui partecipanti competono in due specialità, il tiro a segno con la carabina e lo sci di fondo. Tale sport, che è anche disciplina olimpica e il cui nome è composto dal prefisso latino bi- [due] e dal greco ἆθλον athlon [gara], consiste nel percorrere nel minor tempo possibile un percorso prefissato sugli sci di fondo, sostando a un numero variabile di postazioni di tiro, ognuna delle quali con cinque bersagli; ogni errore con la carabina comporta una penalità variabile a seconda della gara.

Molto popolare nei paesi nordici e soprattutto in Germania, il biathlon è una disciplina che sta guadagnando sempre più consensi e appassionati anche in Italia. La combinazione di sci di fondo e tiro a segno con la carabina è piuttosto particolare ma sicuramente affascinante, ma da dove è nata questa pratica?

Come spesso accade nel caso degli sport invernali, il biathlon come lo conosciamo oggi nasce in Norvegia, quando nel 1861 venne fondato il “Club fucile e sci” di Trysil. Nel 1895 in Germania presero luogo i primi campionati nazionali di sci militari, mentre nel 1912 in Norvegia si disputò una gara nella quale i partecipanti dovettero percorrere una distanza prefissata e sparare a dei bersagli. In Finlandia, a partire dal 1919, ogni inverno si riunivano duemila persone per le gare di biathlon.

Prima della seconda guerra mondiale il Biathlon era una disciplina militare. Solo anni dopo anche gli atleti non appartenenti all’esercito ricevettero il permesso di praticare questo sport. Nel 1954 il Biathlon – una combinazione di corsa e tiro al bersaglio – venne riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) come disciplina sportiva indipendente e successivamente ne fu approvato anche il suo regolamento. Tre anni dopo, nel 1957, il Biathlon venne inserito nell’albo della Union internationale de pentathlon moderne (UIPM), il precursore dell’IBU (l’International Biathlon Union).

Ora tutto nel biathlon è tecnologico, sia i fucili che i bersagli ai quali gli atleti devono sparare. Ma nei primi anni gli atleti dovevano colpire bersagli di carta o palloncini gonfiati ad aria. Questi vennero poi sostituiti da bersagli di vetro, che però erano poco affidabili, visto che si frantumavano più per il freddo che per il proiettile. Nel 1978 ebbe quindi inizio l’era del bersaglio di metallo nero: questo, se centrato, azionava una leva che copriva il bersaglio con una piastra bianca. Un sistema ancora in uso, anche se a partire dal 1989 venne man mano introdotto un sistema moderno computerizzato con bersagli elettronici.

Il francese Vincent Defrasne, campione olimpico dell’inseguimento a Torino 2006 ed ex biathleta, ci racconta l’evoluzione del biathlon dagli inizi ai giorni nostri, soprattutto dal punto di vista tecnico dei materiali. Una pillola di storia di questo sport che è stata messa a disposizione dal canale Youtube deli Giochi Olimpici:

“Il biathlon è uno sport invernale che combina lo sci di fondo al tiro a segno, per cui l’obiettivo per vincere una gara o per essere un buon biathleta è quello di sciare veloce e sparare bene. Questa disciplina è nata dal contesto militare, dal momento che oltre cento anni fa i militari, soprattutto alpini, percorrevano lunghe distanze unicamente con gli sci ai propri piedi, dal quale è derivato il biathlon: vengono disputate le gare nelle Olimpiadi fin dal 1960 per gli uomini e dal 1992 per le donne.

Nei primi anni venivano utilizzati sci in legno e piano piano con l’avvento della tecnologia gli atleti hanno potuto disporre via via di materiali sempre più performanti, passando alla plastica. Le modifiche più rilevanti riguardano la parte interiore dello sci, che non è visibile dall’esterno, la quale permette di ottenere performance nettamente superiori rispetto al passato. Anche gli attacchi, all’inizio ingombrati e fastidiosi, sono stati resi aerodinamici e funzionali, con il compito di trasmettere l’energia dai propri piedi agli sci.

Le carabine agli inizi erano le stesse utilizzate in campo militare, create per colpire un bersaglio a 250 metri di distanza. Con il tempo l’evoluzione le ha rese più adatte allo sport e i bersagli ora sono collocati a 50 metri dall’atleta: fondamentale dal punto di vista balistico il ruolo dell’impostazione del fucile che deve mantenere i propri standard anche durante l’inverno, quando la temperatura durante le gare scende addirittura a -20 gradi”.

 

La Federazione Internazionale IBU ci spiega nel dettaglio l’emozione che regala il biathlon, in tutte le sue sfaccettature e in tutti i suoi format e ce li presenta in questi due video

In Italia come si è sviluppato?

Paul Zingerle, nativo di Anterselva, venne a contatto con il Biathlon all’inizio degli anni ’70. Per caso venne a sapere che la nazionale italiana di Biathlon si sarebbe allenata nei pressi di Vipiteno. Fu proprio lì che incontrò il loro allenatore che riuscì a convincere a visitare la Valle di Anterselva. L’allenatore non poté fare altro che innamorarsi di questa valle e trasferire il centro che precedentemente risiedeva in Val Seriana. Nel 1971, infatti, sotto la supervisione di Zingerle, ebbe luogo la prima gara di Biathlon ad Anterselva.

I primi Campionati del Mondo di Biathlon ad Anterselva ebbero luogo nel 1975. In quel periodo l’impegnatissimo uomo d’affari era un membro attivo dell’associazione sportiva e turistica nonché del consiglio comunale. Grazie al suo pragmatismo e senza esitare, nel 1977, con il precursore del Biathlon Kurt Hinze, lanciò la prima coppa del mondo. Insieme, i due amici lavorarono al regolamento e comprarono una coppa di 25 kg che ricevette il vincitore dell’inedita edizione della “Settimana Internazionale di Biathlon”. Un anno dopo la coppa del mondo divenne un’evento ufficiale.

Dopo l’introduzione dei fucili a calibro ridotto, il Biathlon divenne sempre più popolare e amato. Dopo i Campionati del Mondo del 1975 e del 1976, nel 1983 si tennero i terzi Campionati del Mondo di Biathlon ad Anterselva. Insieme al suo instancabile staff poté festeggiare una grande vittoria: nello stadio ad Anterselva di Sopra fu eretto uno stabilimento per le gare e il movimento turistico. Un anno dopo, Paul Zingerle diede le sue dimissioni. Il suo successore in veste di presidente del Comitato di Biathlon di Anterselva fu Franz Rieder.

Nel 2007 Taschler diresse i quinti Campionati del Mondo di Biathlon. Nel 2016 Lorenz Leitgeb prese il suo posto e oggi gestisce il Comitato di Biathlon organizzando i Campionati del Mondo del 2020. Al giorno d’oggi Anterselva gode della stessa fama di Ruhpolding, Oberhof e del “Trampolino di Holmenkollen”. Di tutto il territorio alpino, la valle laterale della Val Pusteria è praticamente l’unica ad essere associata al Biathlon.

Giovani atlete e atleti, con il loro impegno e la loro dedizione, hanno esteso la popolarità della loro valle oltre i suoi confini, diventando dei veri idoli per le generazioni future del Biathlon. Oggi, ad Anterselva di Sopra vi è un centro sportivo di importanza mondiale. Tutto ciò è stato reso possibile dalla lungimiranza di un cittadino che con passione e amore per il Biathlon ha sempre perseguito il suo sogno – oggi realtà.

Per i più curiosi offriamo qui il REGOLAMENTO ufficiale della federazione

Fonte. Biathlon Antholz. IBU, Olympics, Wikipedia