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Federica Sanfilippo biathlon

Federica Sanfilippo: “Le Grand Bornand è stato un bel regalo di Natale, devo ringraziare le Fiamme Oro”

Le sue ultime due stagioni sono state davvero complicate e segnate dalle difficoltà in gara, è stato un sollievo per Federica Sanfilippo tornare a fare punti in Coppa del Mondo, nel weekend francese di Annecy – Le Grand Bornand. L’atleta delle Fiamme Oro si è aperta a BA Live, grazie alle domande che le abbiamo posto e anche ai quesiti dal nostro pubblico. La ragazza classe 1990 è tornata nel massimo circuito del biathlon mondiale e, dopo un lungo periodo di assenza, è riuscita anche a rientrare in zona punti.

Le sue percentuali al tiro sono state buone, soprattutto a terra, dove ha tenuto la media del 93%. Durante la tappa francese di Le Grand-Bornand, la voglia di stringere i denti e di lottare, qualità che da sempre la contraddistingue, si è messa ancor più in luce. Nella sprint è infatti arrivato un 43° posto, piazzamento che le ha permesso di accedere all’inseguimento. Durante quest’ultimo, poi, la biatleta della Val Ridanna è riuscita a centrare i primi punti della sua stagione. Federica Sanfilippo è la terza italiana ad esserci riuscita in questa stagione 2021/2022.

Dopo i campionati italiani in Val Martello sono state annunciate le squadre nazionali e non rientri nei programmi federali. Hai quindi svolto la preparazione con il tuo gruppo sportivo, quello delle Fiamme Oro: con il grande lavoro di Pietro Dutto, Marco Selle e Pierluigi Costantin come ritrovi le motivazioni per questa stagione Olimpica?

“Diciamo che a inizio marzo avevo un grande punto interrogativo nella mia testa. Ero abbastanza in crisi e non sapevo se continuare o meno: ero più propensa per smettere. Già sapevo di essere esclusa dalla squadra; con gli anni, ormai, riesco a capire quando vengono prese certe decisioni. Appena arrivata la notizia non ero triste o delusa… In quel momento avevo messo in ordine le mie idee con le fiamme oro. In quel momento, poi, era entrato anche Marco, che era già il mio allenatore dieci anni fa. Ci siamo quindi ritrovati nella stessa situazione.

Ero molto felice perché lui è una persona di fiducia e conoscevo già un po’ il suo programma di allenamento. Per me lui è sempre stato un grande riferimento e, negli anni, siamo rimasti in bellissimi rapporti. Lui arriva dal fondo ma sa cosa può servire nel biathlon e sa cosa si prova come atleta. E comunque anche lo sci di fondo fa parte di questo sport. Come livello o punti del programma diciamo che mi fido ciecamente. Ero nelle Fiamme Oro, in caserma, e loro sin dall’inizio mi hanno detto: “Se vuoi continuare noi ci siamo”. Questa è stata una mia grande fortuna: senza di loro non so se sarei qui a fare quest’intervista”.

Una curiosità a proposito di Pietro Dutto: com’è avere come allenatore un ex-compagno di squadra che ha solo un anno in più?

“Per lui non è stato tanto facile con me; in estate ho avuto tanti alti e bassi, però lui ha sempre creduto in me e ha dato più del 100%. Anche per lui è stata una bella esperienza, e lo sarà ancora, perché la stagione è appena iniziata. Devo dire che ho trovato nuovi stimoli e loro li hanno ricercati per me. Mi sono trovato molto bene con lui e non è stato per niente strano: è stata una cosa molto familiare”.

 

Ci agganciamo subito al discorso del fondo, dal pubblico ti viene chiesto: “Allenarsi con delle fondiste ha portato qualcosa in più per la forma fisica? Quali sono gli obiettivi per quest’anno?”

“Io quest’anno mi sono allenata qualche volta con i fondisti, ma per la maggior parte del tempo da sola. A novembre, poi, ho fatto delle gare nel fondo e quelle mi sono servite per rimettere il pettorale e simulare delle gare, come se fossero quelle del biathlon. Mi ha fatto bene, più che altro, per rompere il ghiaccio e per non pensare troppo al biathlon. Appena sono incominciate l’IBU Cup e la Coppa del Mondo, per me, non è stato tanto facile guardare le gare in TV. Quello con il fondo è stato un bel cambio per me. Nel frattempo, mi sono comunque allenata nel biathlon: ero a Livigno e avevo il poligono a disposizione.

Sono riuscita ad incastrare un po’ tutto. Con i fondisti ho trovato nuovi stimoli e una nuova famiglia. Soprattutto nelle Fiamme Oro mi hanno accolta molto bene e devo dire che mi hanno aiutato a pensare ad “altro”. Mi sono trovata bene e ho cambiato 2/3 cose sul programma di allenamento, ma non ho stravolto chissà cosa. Ho fatto allenamenti più specifici sugli skiroll per rinforzare la muscolatura. Non mi ha fatto sicuramente male”.

L’esordio stagionale nel biathlon è avvenuto nella sprint di Forni Avoltri, che è stata una gara cruciale. Questa è stata una sfida con te stessa e con il poligono, perché non c’erano altre compagne o avversarie con cui confrontarti. La sprint si è svolta in modo quasi perfetto e, quindi, è arrivata la convocazione in Coppa del Mondo.

“Questa gara l’ho aspettata per tanto tempo. Mi ero anche preparata: l’unica cosa deludente è che fossi da sola. Andare a Forni Avoltri per combattere con qualcuno sarebbe stato più stimolante, ma con avversarie o senza, il lavoro sarebbe rimasto lo stesso. Ho dato il 100% e devo dire che ho provato una bella sensazione in quella gara. Ero molto libera di testa ed ero davvero felice di fare gare di biathlon. Questa era la cosa più importante, perché negli ultimi due anni ho combattuto tantissimo con me stessa e con il biathlon in gara e lì non ero più tanto contenta di fare gare, mi era passata la voglia. Questa, quindi, è stata la mia luce in fondo al tunnel”.

A proposito di luce in fondo al tunnel, dopo la gara è arrivata questa grande convocazione, ma non solo. Il weekend a Le Grand-Bornand è andato piuttosto bene. Sei arrivata veramente vicina ai punti subito e poi è arrivato il punto nell’inseguimento. Raccontaci un po’ le tue sensazioni.

“Sì, Le Grand Bornand è stato un bel regalo di Natale. La Francia è la mia seconda casa e sono stata molto molto contenta. Appena ho saputo di dover andare in Coppa del Mondo, per me è stata una gioia grandissima. Poi mi sono detta: “questo è solo l’inizio”, perché vorrei dimostrare, a me stessa soprattutto, di poter riuscire a rientrare nelle migliori 50/60. Negli ultimi due anni sono stata molto lontana, dato che non ero neanche più riuscita a qualificarmi per un inseguimento. Per me è stata una grande prova: la posso definire così”.

 

Domanda dal pubblico: “Tu che sei una sua grande amica, come vedi Dorothea Wierer per le prossime gare e per i Giochi Olimpici?”

“Sì, devo dire che sono stata in stanza con lei. Devo dire che il morale è buono; certo che ora, per i suoi risultati, non può e non deve essere totalmente contenta. Doro vale molto di più. Può fare molto di più. La medaglia alle olimpiadi le manca e so che Doro farà di tutto per conquistarla e conoscendola, lei è una leonessa, potrebbe davvero riuscire a raggiungerla. Anche domenica… peccato per l’ultimo turno al tiro: era lì dove tutti vogliamo vederla”.

Quanto è stata importante Dorothea quest’estate, oltre ai tuoi tecnici, in quel primo momento di sconforto?

“Sì, lei è stata una delle prime a dirmi: “Fede non mollare, tieni duro perché sei una che riesce a tener duro”. In quel momento, però, non ero tanto convinta di riuscirci. Poi, in quell’estate, ci siamo anche viste e siamo sempre rimaste in contatto. Diciamo che anche lei ha vissuto con me questi momenti, anche se, quando ci vediamo, non parliamo di biathlon. Parliamo di tutt’altro ed è bello mangiare una torta, un gelato o bere un caffè al di fuori del biathlon, in estate”.

Bisogna saper staccare e dedicarsi alla vita privata.

“Sì, esatto. Non può essere sempre e solo biathlon. Penso che ognuno debba trovare il giusto equilibrio e godersi anche il di fuori della vita come atleta”.

 

Abbiamo detto ad inizio intervista che, per questa stagione olimpica, ti sei fatta comunque trovare pronta, nonostante le difficoltà. Adesso guardiamo a febbraio: sei riuscita a rientrare nei giusti radar per l’ambiente che ti appartiene. Quali sono quindi ora le tue speranze e le tue aspettative in vista di Pechino?

“Al momento sto pensando di settimana in settimana. Pechino è a febbraio: so che ci sono i giochi Olimpici. Forse ci sarà l’occasione di andarci, forse no. I miei obiettivi per quest’anno, al momento, sono quelli settimanali. Per me è importante a livello mentale non pensare troppo a febbraio. Vorrei pensarci quando sarà il momento. Ovviamente sarebbe il mio sogno, ed è stato anche uno dei motivi per i quali volevo continuare, perché sapevo ci fossero le Olimpiadi. Mi vedo ancora correre una staffetta o, per dire, anche una sprint”.

Anche il nostro pubblico ci dice: “Grande Fede, con te la staffetta azzurra può sperare in un buon piazzamento a Pechino”. Quindi è incoraggiamento allo stato puro…

“Esatto. Le staffette hanno le loro regole e ognuna ha la propria storia. Quel giorno deve andare tutto bene al frazionista: deve esserci fortuna, sci buoni, la forma… Certamente, poi, quando sarà il momento di farla tutti avranno fatto il massimo per raggiungere e conquistare un buon piazzamento”.

Noi, e tutti i tifosi, saremo con te e con la squadra. Come hai visto, mentre parlavamo sono scorsi tanti complimenti e tanti messaggi di incoraggiamento. Per chiudere vorrei condividere questo pensiero di un tifoso: “Un grande applauso a Federica per non aver mollato, complimenti per le gare in Francia e tieni duro perché potrai dare ancora un gran contributo alla squadra”.

“È sempre bello che anche i fans ci tengano. Di sicuro, in questi due anni, leggere i commenti non è stato tanto semplice. Io ero la prima ad incolparsi ed ero la prima a cercare i problemi in me, però fa anche parte del gioco. È bello veder che i fan oggi ci sostengono”.

Carlo Marziali

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Foto: Federico Angiolini