Beijing 2022, Johannes Boe: da contatto stretto a medaglia d’oro nella staffetta mista
Vi riportiamo un interessante approfondimento che ha realizzato Alberto Dolfin per l’edizione odierna del Corriere dello Sport in merito al ultimo frazionista norvegese Johannes Boe, autore di una grandissima rimonta nell’ultimo giro che è valsa la medaglia d’oro nella staffetta mista disputata ieri.
Un urlo liberatorio e i compagni che corrono ad abbracciarlo, ma non lo fanno finché non indossa la mascherina. l’arrivo trionfale di Johannes Boe nella staffetta mista è condizionato da quei protocolli che il Comitato organizzatore sta cercando di mantenere per evitare che il Covid si inserisca nelle maglie dei Giochi e scompagini il medagliere. La risposta dell’asso norvegese dopo aver trascinato un Paese nell’Olimpo?
“Mi hanno permesso di allenarmi e di vincere l’oro per la Norvegia, dunque, è quello che faccio”.
Il più giovane dei fratelli Boe, infatti, sta usando soltanto mezzi dedicati e in allenamento spara da una piazzola diversa (la 30, l’ultima ndr) dagli altri colleghi per non incrociarli dopo la positività del re della combinata nordica Jarl Magnus Riiber, seduto non lontano da lui in aereo. Quando tutti si sono infilati le rispettive Ffp2 però, ecco che il fratello maggiore Tarjei Boe, Marte Roeiseland e Tiril Eckhoff si sono lasciati andare e hanno preso sulle spalle il padrone mondiale della disciplina, più forte di tutto e di tutti.
Già il biathlon è uno sport in cui la freddezza mentale è la chiave per non sbagliare al poligono, restare concentrati quando intorno a te succedono queste cose non è affatto semplice, soprattutto quando sei nella manifestazione più importante che esista.
Storie dall’Olimpiade invernale più strana che ci sia e in cui capita che chi rischiava di non esserci, invece, riesca persino a salire sul terzo gradino del podio della staffetta mista come accaduto all’ungherese Liu Shaoang, arrivato in Cina in ritardo rispetto ai compagni perché ha dovuto aspettare il semaforo verde dagli organizzatori dopo essere guarito dal Covid. C’è chi, invece, è stato meno fortunato coi tempi e in queste ore sta vedendo passare le sue medaglie chiuso in un Covid hotel.
Foto: Pentaphoto