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Beatrice Trabucchi BA

L’emozione di Beatrice Trabucchi: “Esordire in Coppa del Mondo? È una rivincita personale dopo anni di duro lavoro”

Dopo averla inseguita per due anni, Beatrice Trabucchi esordirà in Coppa del Mondo il 25 novembre a Oestersund. La biathleta di Brusson è stata convocata per il raduno della nazionale maggiore a Sjusjøen, in Norvegia, in programma da martedì 2 a mercoledì 15 novembre. Chiamata che per la 23enne del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur significa debutto nel massimo circuito. Gli azzurri infatti sono volati in Norvegia, dove l’11 e il 12 parteciperanno alle tradizionali gare prestagionali di Sjusjøen, per affinare la condizione in vista dell’inizio della stagione. E per Trabucchi si tratta di una prima volta assoluta.

La valdostana aveva già sfiorato la Coppa del Mondo nel febbraio 2022 dopo i fantastici Europei di Arber (Germania) dove chiuse tre gare tra le prime dieci (individuale, sprint e inseguimento) piazzando una striscia di sei poligoni consecutivi con lo zero. I tecnici italiani, però, nonostante ci fosse un pettorale libero, decisero di non promuoverla nel massimo circuito e a marzo arrivò l’oro iridato nella staffetta femminile ai Mondiali Junior.

L’ultimo inverno invece è stato difficile per la ragazza della Val d’Ayas con la perdita di precisione al poligono, storicamente il suo punto di forza, e un passo indietro anche sugli sci. Ecco però che in estate è cambiato tutto e Trabucchi ha svoltato ritrovando serenità e presentandosi alla vigilia della stagione in grande condizione, tanto da meritare il posto in Coppa del Mondo al fianco di Dorothea Wierer, Lisa Vittozzi, Samuela Comola, Hannah Auchentaller e Rebecca Passler.

Ciao Beatrice, com’è maturata questa convocazione per Sjusjoen che, a meno di imprevisti, significa Coppa del Mondo?

“La preparazione estiva ha fatto la differenza. I tecnici hanno valutato gli allenamenti fatti in raduno, i campionati italiani estivi e i test interni. In estate ho lavorato bene ritrovando le mie percentuali e questo mi ha permesso di ricevere questa chiamata”.

Come sei riuscita a scalare le gerarchie dopo un ultimo inverno complicato per te?

“Ho svoltato mentalmente. Ho cambiato l’approccio rispetto allo scorso anno cercando di divertirmi di più e non vivere il biathlon con troppa tensione. Questo mi ha aiutata tanto perché ora sono più rilassata e mi alleno meglio. La preparazione è stata la stessa del 2022, eppure quest’anno sono molto più in forma. Non mi spiego neanch’io il perché”.

Ti aspettavi la convocazione o è stata una sorpresa?

“Sapevo che mi giocavo il posto con Michela Carrara: eravamo noi due le candidate per il sesto pettorale. Ma ci sono tante variabili che entrano in gioco e non credevo di essere chiamata. Anche perché non avendo mai gareggiato a Oestersund non pensavo mi facessero partire già nella prima tappa, pensavo di iniziare dall’IBU Cup e poi eventualmente salire nel corso dell’inverno”.

Cosa significa per te questo esordio?

“Mi ripaga di tutto il duro lavoro fatto in questi anni. È una sorta di ricompensa al di là di come andrà. Non ho mollato anche quando ho visto esordire tutte le mie compagne, anche quelle più giovani. Non è stato facile psicologicamente, ma ho continuato a crederci e dopo tanto lavoro ce l’ho fatta. È una rivincita personale”.

In estate su quali aspetti hai lavorato e in quali ti senti migliorata?

“Ho lavorato sulla tecnica di sciata e sono migliorata sia nel passo doppio che nel lungo. Inoltre, mi sono concentrata sulla gestione della gara, ma in questo aspetto posso ancora crescere. Poi ho ripreso fiducia al poligono. Al tiro non ho fatto un lavoro specifico, perché sapevo già sparare. Ciò che mi frenava era un blocco mentale che ora ho superato”.

In Coppa del Mondo sarai contrapposta alle migliori biathlete del pianeta, quale sarà la chiave per far bene e qual è il tuo obiettivo per questo esordio?

“Obiettivi non ne ho perché non so quale sia il mio livello in quel contesto, però sarei contenta se riuscissi ad avere buone percentuali al tiro. So di potercela fare e vorrei dimostrarlo. Sugli sci invece dipenderà molto dalla condizione del momento. Voglio godermi l’esperienza senza mettermi eccesiva pressione addosso”.

Dove sarà più difficile reggere il confronto con le migliori: sugli sci o nella velocità di rilascio colpi?

“In entrambi. Io non sono una biathleta che spara veloce, perciò non sarà facile reggere il passo così come nel ritmo sugli sci”.

Chi è il tuo idolo nel biathlon femminile attuale?

Lisa Vittozzi perché ci alleniamo assieme durante tutta l’estate e perché ha passato un periodo difficile ed essere riuscita a rialzarsi è sintomo di grande forza mentale e talento. È una fonte di ispirazione per me”.

Quali emozioni provi nel pensare che gareggerai al suo fianco?

“Sarà bellissimo. Oltre a lei avrò vicino ragazze che ammiro e seguo in TV da anni come Marketa Davidova e le sorelle Oeberg sarà strano, ma emozionante”.

Christian Leo Dufour