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Beijing 2022, nell’inseguimento è podio regale: oro Roeiseland, argento Oeberg, bronzo Eckhoff. Rammarico Wierer

Nell’ennesima prova di forza della campionessa norvegese Marte Roeiseland che, vince anche l’inseguimento, centrando la tripletta personale di ori dopo quelli della sprint e della staffetta mista, è fortissimo il rammarico per la nostra Dorothea Wierer, sesta al traguardo. Ma ripercorriamo la gara con calma.

Davanti a tutte è ancora una volta la dominatrice delle stagione, delle Olimpiadi e di quasi tutti i dati positivi della Coppa del mondo del Mondo di Biathlon: Marte Roeiseland. Ciò che impressiona è la facilità con cui domina, con cui fa sembrare tutto estremamente semplice.

La neve che scende incessante e pesante sul circuito, il vento al poligono e le temperature estremamente rigide (-12°) non hanno impensierito in alcun modo la dominatrice norvegese che ha stravinto l’inseguimento, rifilando un distacco alla seconda classificata, Elvira Oeberg, di 1’ 36”5, quasi 4 errori di margine.

Un solo errore in apertura del terzo poligono poteva in qualche modo riaprire la gara, ma i conseguenti errori delle avversari hanno addirittura aumentato il suo vantaggio, da 54” a 1’25” tra apertura e uscita dal primo poligono in piedi.

Ed è proprio questo poligono che probabilmente lascia ai tutti i tifosi azzurri il più grande amaro in bocca: Dorothea Wierer, fino a quel momento impeccabile, con 10/10 nei poligoni a terra, sbaglia il secondo e soprattutto l’ultimo bersaglio che dilapidano il vantaggio che la due-volte vincitrice della Coppa del Mondo si era costruita in due giri perfetti: una decina di secondi persi in pista ad ogni giro che però, grazie al suo solito shooting time, erano stati recuperati. Ad uscita dal secondo poligono, infatti, i secondi i ritardo da Roieseland erano 38”7, praticamente gli stessi della partenza (37”).

Il terzo poligono, senza dubbio il più selettivo della gara, con errori che sono stati commessi da quasi tutte le atlete, ha ridotto in maniera drastica i distacchi, riaprendo completamente la corsa per il podio. A pescare il jolly più grande è stata Tiril Eckhoff, che dopo un errore nelle rispettive prime due serie, trova uno zero di una pesantezza clamorosa che la proietta in quinta posizione, guadagnandone ben otto in un colpo solo.

Nel quarto giro Wierer diventa lepre e punto di riferimento per il sestetto inseguitore (Tandrevold, Hauser, Eckhoff, E. Oeberg, Persson, Dzhima) che prova a recuperare ma arriva al poligono comunque con un ventina di secondi di ritardo. Qui oltre allo zero di Roeiseland, che come se ce ne fosse ancora bisogno dimostra la propria superiorità, l’errore di Wierer spalanca le porte dell’argento e del bronzo a chi trova lo zero.

A centrare il 5/5 sono la svedese Elvira Oeberg e Ingrid Tandrevold che escono dall’ultima fotocellula dopo il poligono con un vantaggio di 8” sulla nostra Dorothea Wierer. Il passo sugli sci  di Elvira trascina anche la norvegese dietro di sé e taglia completamente le gambe alla rimonta di Wierer che si spegne anche prima di cominciare.

Chi, invece, fa la differenza è Tiril Eckhoff, che come Hanna Sola supera Wierer e si mette all’inseguimento del podio, lontano 28” a uscita dal giro di penalità. A 1 km dal traguardo e dalla medaglia di bronzo Tandrevold crolla fisicamente in maniera clamorosa e preoccupante, tanto da trascinarsi letteralmente fino all’arrivo dove verrà immediatamente soccorsa. A centrare il podio, probabilmente insperato fino a metà gara, è Tiril Eckhoff, che festeggia a metà vedendo le condizioni angoscianti della grande amica Ingrid Tandrevold. Bravissima comunque Eckhoff a crederci fino in fondo, anche quando le speranze erano veramente poche.

Davanti a lei di 12” e con un distacco di 1’36”5 dalla vincitrice arriva Elvira Oeberg, che fa back-to-back di argenti dopo quello arrivato nella sprint dell’altro ieri. Concludono  poi la propria fatica al traguardo Sola (1+1+1+0) e Persson (0+0+1+0) che riescono a scavalcare la nostra Wierer nell’ultima tornata. L’altoatesina soffre tanto nell’ultimo giro, probabilmente anche per il rammarico, vista la posizione di partenza, di non aver centrato una medaglia nella sua specialità preferita, ovvero l’inseguimento. All’arrivo è sesta staccata di 2’09”1.

L’astinenza da podio nella gare ad inseguimento, dunque, continua per la nostra Dorothea che non sale sui tre gradini, da quel 16 febbraio 2020, quando ad Anterselva centrò l’oro più bello della carriera nei Mondiali di casa. La delusione di oggi comunque non cancella in alcun modo il meraviglioso bronzo olimpico arrivato nella sprint, che rimarrà per sempre nella sua bacheca e nella storia del biathlon azzurro, come prima medaglia individuale femminile della storia del biathlon italiano.

Le grandi rimonte, tipiche di questa gara, sono state firmate oggi da Hanna Sola, partita 26esima e a 1’52 arrivata quarta e dalla francese Julia Simon (0+1+1+0), partita 29esima a 1’58  capace di recuperare 21 posizioni , concludendo ottava a 2’18. Brava anche Leshchanka da 60esima a 20esima.

In casa Italia, oltre a Wierer, erano impegnate anche Lisa Vittozzi e Samuela Comola, che sono partite rispettivamente 36esima a 2:25 e 57esima 2:46. Per la sappadina, un errore alla prima e due alla seconda serie in terra, le fanno perdere qualche posizione ma di questi tempi non sono poligoni così negativi. In piedi, il 9/10 le fa riguadagnare ciò che aveva perso e all’arrivo è 32esima a 4’34”3. Per la valdostana Comola, invece, dopo lo zero al primo poligono, arrivano tre errori, uno per le successive tre, che la aiutano a risalire la classifica fino alla 37esima posizione a 5’23”5.

Nessuno dei due piazzamenti, però, basta per centrare la qualificazione alla mass-start conclusiva del 19 febbraio. Tutte le forze, dunque, dovranno essere spese nella staffetta femminile di mercoledì 16 febbraio alle ore 10:00 italiane, in cui l’Italia parte come possibile outsider.

 

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Foto: gettyimages

Alberto Pilone