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Dorothea Wierer biathlon

Dorothea Wierer: “Sono tranquilla per le Olimpiadi. Se dovessero arrivare i risultati bene, altrimenti pazienza”.

Dorothea Wierer è recentemente contattata e intervistata dalla testata “Avvenire”. La due volte vincitrice della sfera di cristallo, reduce dal successo nella mass start di Anterselva, si prepara per l’appuntamento più delicato della sua carriera. L’attendono infatti i Giochi Olimpici di Pechino, nei quali vuole mantenere la consueta spensieratezza sebbene sappia che sarà l’ultima esperienza a cinque cerchi.

Intervistata da Mario Nicoliello, la azzurra classe 1990 delle Fiamme Gialle ha fatto il punto sul suo stato di forma e dell’ambiente nella squadra azzurra, sempre con il sorriso.

Dorothea, è pronta per Pechino?

“Manca davvero poco al volo. Stasera finalmente tornerò a casa e lì mi chiuderò per cinque giorni, senza concedermi alcuno svago esterno. Sabato 29 si parte per la Cina, non si può sbagliare niente”.

E’ preoccupata del protocollo rigido che dovrà seguire?

“È quasi lo stesso che si adotta anche in Coppa del Mondo, quindi possiamo dire che ci siamo abituate. Ormai per andare avanti quasi ogni giorno abbiamo i test, perciò fare i tamponi quotidiani non sarà una scocciatura”.

Intanto oggi la sua Anterselva non ha potuto applaudirla. Le mancano le urla dei tifosi?

“Tanto, perché negli ultimi anni mi avevano viziata bene. I giorni del Mondiale 2020 resteranno indimenticabili, per le mie medaglie, ma anche per la folla che si è riversata sulle tribune e lungo la pista”.

Ricordi di un mondo che non c’è più. Quella rassegna iridata fu infatti l’ultimo atto prima della pandemia.

“Non mi ci faccia pensare. Mi sarebbe piaciuto poter festeggiare quei bei risultati e invece da quel giorno non ho più potuto abbracciare i tifosi”.

Con che spirito arriverà in Cina?

“Il primo proposito è quello di stare bene di salute per tutte e tre le settimane, quindi in primis spero proprio di non ammalarmi. Per le gare sono fiduciosa, perché la forma sta crescendo. A inizio stagione ho faticato, ma il podio di Ruhpolding e il successo di Anterselva mi hanno riportata in alto”.

Ha programmato l’annata per arrivare al top in questa fase?

“Ho capito che non si può programmare la forma, perché questa dipende da tanti fattori. Di certo avrei voluto fare meglio nelle tappe iniziali, ma non si può essere sempre al cento per cento”.

Teme il freddo e il vento delle montagne cinesi?

“Un po’ sì, perché non nascondo di essere una freddolosa. Aggiungerò al normale corredo qualcosa di lana merino come intimo e dei guanti molto pesanti. Nulla di più, perché altrimenti sarei svantaggiata nei movimenti. Del programma olimpico mi piace che le gare siano nel pomeriggio cinese, quindi non avremmo problemi di adattamento al fuso. In più si gareggia in altura, quindi ritroverò le condizioni di Anterselva. La pista è un’incognita perché non l’abbiamo mai vista, ma arrivando in anticipo potremo provarla”.

Avverte un po’ di pressione sui suoi risultati olimpici?

“No, sono tranquilla. Se dovessero arrivare bene, altrimenti pazienza. Le Olimpiadi si giocano in un lasso ristretto di tempo, è invece la Coppa del mondo che premia la più brava in assoluto”.

Cosa hanno di diverso le giovani biatlete di oggi rispetto a quando lei era una debuttante nel circuito?

“Sono già professionali e si allenano molto di più. Io ho aumentato i carichi anno dopo anno, loro già dall’inizio hanno ritmi simili alle veterane. Purtroppo i social ti proiettano subito sulla ribalta e le attese crescono”.

Come spiega la sua longevità agonistica?

“È il risultato della passione per questo sport. Non ho mai mollato e vado fiera di un risultato: sono salita sul podio in nove stagioni consecutive”.

Il 3 aprile compirà 32 anni, pensa di proseguire o di ritirarsi?

“Oggi non so rispondere, perché sono focalizzata su altro. A Pechino farò tutte le gare, quindi non posso sprecare energie per pensare al futuro. A marzo vedrò quali saranno le motivazioni e prenderò la decisione più giusta”.

C’è qualcosa che potrebbe spingerla a continuare?

“Sugli stimoli potrebbero incidere il risultato delle elezioni in Fisi e la conseguente scelta degli allenatori”.

I sacrifici cominciano a pesarle?

“Stare via di casa a lungo non è bello, però mio marito è un sant’uomo e mi comprende. Di certo quando deciderò di smettere saluterò definitivamente questo ambiente e mi dedicherò al mio sogno extra biathlon, quello di diventare mamma”.

Si sente famosa in Italia?

“Alla notorietà non penso. Sono una ragazza normale, so di avere molti fans, ma ci tengo alla mia privacy”.

Le manca qualcosa?

“Organizzare una bella festa con la mia gente. Sono due anni che ho in mente di farlo, ma il Covid non me lo ha finora consentito”.

Foto: YAK Agency