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Elia Zeni

Elia Zeni: “Non sono preoccupato, punto a fare bene a livello personale ma senza troppe aspettative”

Elia Zeni è uno degli astri nascenti del biathlon azzurro. La scorsa stagione ha gareggiato in tutti i circuiti IBU: partendo Junior Cup, ha fatto i suoi primi passi tra i “senior” nella IBU Cup a Ridanna ed ha conquistato il pettorale sia per la tappa di Coppa del Mondo di Anterselva che per i Mondiali di Oberhof. Intervistato alla vigilia di questa stagione, la prima nel gruppo Milano Cortina 2026, il trentino classe 2001 delle Fiamme Gialle ha parlato delle sue motivazioni, del suo stato di forma e delle aspettative per questa stagione.

Ciao Elia, innanzitutto come stai? Che riscontri hai avuto a livello di condizione durante i test di Sjusjoen?

“Io sto abbastanza bene. A Sjusjoen il tiro è stato un po’ complicato anche perché c’era un po’ di vento. In particolare nel tiro in piedi, soprattutto  nella seconda giornata dove mi tremavano le gambe, quindi ho fatica.

Sul lato fondo sto abbastanza bene. Mi manca un po’ ritmo di gara, però è una costante delle ultime stagioni, quindi con le prime gare prenderò un po’ di confidenza per riscaldare il motore”.

Su quali aspetti ti sei concentrato in questa preparazione sulla parte atletica e sul tiro? Cosa ti chiedono sempre più spesso i tuoi allenatori?

“In questa preparazione, dal punto di vista atletico mi sono concentrato con Andrea Zattoni sulla tecnica e sull’alimentazione. E poi, ovviamente, avendo aumentato anche i carichi di volume, stavo sempre attento alle sensazioni che avevo per non esagerare durante l’estate, cercando di trovare poi la forma migliore per l’inverno”.

 

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Invece al tiro, come tutti gli anni praticamente mi sono concentrato sulla velocità ma sul lato tecnico ho svolto il lavoro degli anni precedenti”.

La scorsa stagione è stata sicuramente formativa: dai primi successi in Junior Ibu Cup a Martello, passando per l’IBU CUP a Ridanna in dicembre, hai mantenuto un alto livello. Con le buone prestazioni a Pokljuka sei arrivato in CDM e da Anterselva.

“Nella passata stagione ho fatto dei piccoli step, alla fine guardavo più me stesso che gli altri, per cui nonostante abbia gareggiato in circuiti diversi ero concentrato solamente sul mio lavoro”.

Ai Mondiali di Oberhof, da riserva al via della sprint e poi al via anche della staffetta. Che Mondiale è stato, il tuo primo nel massimo circuito?

“Effettivamente nel programma iniziale avrei dovuto prendere parte solamente nell’individuale, per la regola mal interpretata dell’Ibu ho potuto anche prendere il via nella sprint, sono comunque soddisfatto delle mie gare”. 

 

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Nonostante le 12 gare disputate nel massimo circuito, a livello individuale hai già preso parte a due inseguimenti. Ti aspettavi di poter competere così nel massimo circuito?

“Come per l’Ibu Cup, quando cambi circuito è un po’ tutto nuovo e non sapevo se il mio livello fosse sufficiente per entrare nei 60 e quindi prendere parte alle gare ad inseguimento, però sono felice di aver fatto già diverse esperienze in Coppa del Mondo”.

Per questa stagione sarà importante partire bene a livello morale e di fiducia. La tua prima dall’inizio in Coppa del Mondo, come vivi questa attesa?

“Non sono molto preoccupato, punto a fare bene a livello personale ma senza troppe aspettative, se dovessero arrivare bei risultati ne sarei felice. Abbiamo lavorato bene e sono fiducioso, sentivo più l’attesa nelle gare di a Sjusjoen, perchè non mi ero ancora confrontato con gli avversari ed è stato importante rompere il ghiaccio, in allenamento non hai bene la percezione del livello”.

Credi che ci sia un format più adatto alle tue caratteristiche? Due o quattro poligoni?

“Penso che sia la sprint, perchè mi trovo bene sui 10 km, ma anche le gare sull’uomo sono dinamiche e interessanti”

 

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