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Lisa Vittozzi biathlon

Lisa Vittozzi al Corriere delle Alpi: “Qualcosa si è inceppato nella mia testa, ma so quanto valgo”

Lisa Vittozzi si è raccontata nell’intervista realizzata da Gianluca De Rosa per il Corriere delle Alpi. La spedizione a cinque cerchi inizia nel segno delle difficoltà per la sappadina del CS Carabinieri, che dal canto suo non intende alzare bandiera bianca.

Da Anterselva, che pure le ha riservato solo bocconi amari in Coppa del mondo, parte l’operazione riscatto: quale occasione migliore, se non la partecipazione alle ormai prossime Olimpiadi?

“Parto per Pechino con l’obiettivo prioritario di ritrovare me stessa e di lasciarmi alle spalle non solo il recente passato ma tutte quelle parentesi amare che mi hanno visto, mio malgrado, protagonista nell’ultimo periodo. Devo fare mea culpa, non sto facendo bene. Qualcosa si è inceppato nella mia testa; ma conosco il mio livello, so quanto valgo e cosa sono in grado di fare, in qualsiasi gara. Su cosa devo concentrarmi? In questo momento mi manca la consapevolezza, devo ritrovare soprattutto quella. Ci sto lavorando sopra, duramente. Isolandomi un po’ dal resto del mondo, soprattutto con l’obiettivo di ritrovare la giusta serenità. Ho poi un altro obiettivo per Pechino: tornare a divertirmi, sparando e sciando. Sono situazioni e sensazioni che si intrecciano generando un vortice di stati emotivi. Il sorriso è la medicina giusta per tante cose. Ho bisogno anche di quello, tornare a sorridere divertendomi, facendo quello che più amo al mondo”.

Raccontaci allora la marcia di avvicinamento a queste Olimpiadi, tra Coppa del mondo e situazioni extra sportive…

“Ad Anterselva le cose non sono andate come speravo. Ho commesso tanti errori, devo ammetterlo; e l’ho fatto anche nelle ore immediatamente successive, tra le lacrime. Mi è mancata la lucidità. Stiamo vivendo, tutti, una situazione particolarmente stressante. E difficile preparare la partecipazione ad un qualsiasi evento in questo momento, figuriamoci le Olimpiadi. C’è la grande paura del covid ed in modo particolare di rimanere contagiati. Gennaio, a tal proposito, è stato un mese durissimo, lo abbiamo trascorso con la paura addosso. Una positività a dieci giorni dalla partenza significherebbe rinunciare alle Olimpiadi, un appuntamento che aspetti trepidante da quattro anni e per il quale hai lavorato e fatto sacrifici ogni giorno mettendo in secondo piano tutto il resto, affetti compresi”.

Questioni anche psicologiche, insomma…

“La componente psicologica in questo momento è importante tanto quanto quella atletica e sportiva. Stiamo vivendo due “vite” parallele. Le sollecitazioni mentali sono continue, è tutto abbastanza stressante. Se tutto questo sta incidendo sui miei risultati? Non cerco alibi, l’ho detto e lo ripeto. Ho commesso tanti errori, non sono lucida, soprattutto non sono me stessa. Devo recuperare le giuste energie, fisiche e mentali. Solo così riuscirò a fare bene alle Olimpiadi. So quello che devo fare, ci sto lavorando sopra, tanto; da sola e con il giusto supporto. Voglio uscire subito da questo stato di empasse”.

A proposito di Olimpiadi e di Pechino: cosa sai di infrastrutture ed impianti di gara più in generale?

“Sappiamo davvero poco. Personalmente ho provato un po’ ad informarmi negli ultimi giorni, ma le notizie che giungono da Pechino sono molto vaghe. Sulla pista non abbiamo grandi indicazioni, questo inevitabilmente complica i programmi di preparazione. Quello che sappiamo è che il campo di gara si presenta molto ventoso ed esposto. Le temperature sono molto basse, bisognerà adattarsi bene e soprattutto molto in fretta”.

Detto di Pechino, pensi già ai Giochi 2026 che ti vedrebbero, di fatto, gareggiare in casa?

“Assolutamente sì, ci penso. E solo l’idea di sapere che le Olimpiadi 2026 si disputeranno nei luoghi di casa mi inorgoglisce. Il mio grande obiettivo a lungo termine è quello di esserci, tra quattro anni. Mi impegnerò per questo, sarebbe un sogno”

Foto: YAK Agency