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Patrick Favre Coppa del Mondo

Patrick Favre: “Fillon Maillet vuole confermarsi il numero 1, mi aspetto una reazione da Jacquelin in Coppa del Mondo”

La nazionale maschile francese di biathlon è tornata ad altissimo livello: dopo i sette successi consecutivi di Martin Fourcade, Quentin Fillon Maillet è riuscito a conquistare la sfera di cristallo, interrompendo la striscia dei tre successi consecutivi di Johannes Boe. Non solo, la Francia ha conquistato 7 medaglie ai Giochi Olimpici nel biathlon, un record per la nazionale transalpina. Sicuramente tra coloro che hanno contribuito a questo risultato c’è il valdostano Patrick Favre, allenatore di tiro della squadra maschile. Il tecnico di Bionaz ha lasciato lo staff dell’Italia nella primavera del 2018 per guidare Martin Fourcade e compagni, togliendosi tante soddisfazioni nel quadriennio che ha portato a Pechino. Abbiamo contattato Patrick Favre mentre era a Ginevra, in partenza per l’imminente stagione di Coppa del Mondo.

Buongiorno Patrick. La scorsa stagione è stata sicuramente positiva successo nella classifica generale maschile con Quentin Fillon Maillet e le 7 medaglie complessive conquistate ai Giochi, a Pechino. Immagino che ci sia grande soddisfazione, oppure di aspettavate anche qualcosa di più?

“Dobbiamo sicuramente essere contenti, in una manifestazione così importante ci vuole anche fortuna e bravura. Sette medaglie non sono poche nel biathlon, abbiamo superato il record francese che era di 6. L’appetito chiaramente vien mangiando, spiace per l’ultima mass dove Quentin Fillon Maillet poteva giocarsi anche la vittoria, ma sicuramente siamo contenti del lavoro svolto in Cina”. 

Parto allora dal fare due considerazioni da Quentin Fillon Maillet, che ha vinto la Coppa del Mondo dopo tre successi consecutivi di Johannes Boe. Si è sbloccato definitivamente dominando la stagione con 10 successi, di cui due ai Giochi Olimpici. Soprattutto ha dimostrato di essere una garanzia sui quattro poligoni, dove è stato ingiocabile. Sarà in grado di riconfermarsi?

“Si, ha migliorato leggermente le sue percentuali al tiro, anche sugli sci è stato in ottima condizione fin dalle prime gare. Non dimentichiamo che aveva già ottenuto ben tre top 3 consecutive nella classifica generale, dietro a clienti come Johannes e Martin. Era sempre piazzato nelle migliori posizioni, l’anno scorso ha avuto quel qualcosa in più che gli ha permesso di vincere addirittura con diverse gare in anticipo la Coppa del Mondo.

Sarà ancora più difficile riconfermarsi, ma è un ragazzo molto tranquillo, dedito al lavoro. Ha una gran voglia di vincere e di essere il numero 1, non si accontenta mai ed è anche la sua forza. Programma tutto specificatamente per fare sempre un passo in avanti su quello che gli è mancato.

Con il nuovo regolamento poi bisognerà vedere, lo scopriremo strada facendo. Sono dell’idea di far da bene fin da subito con la squadra rispetto al livello delle altre nazioni, c’è curiosità per riprendere da dove abbiamo lasciato”. 

 

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Visto che hai citato il cambio di regolamento, hai delle considerazioni sul fatto che vengano assegnati più punti per i migliori 6 e che non sono previsti scarti ne punti nelle competizioni iridate?

“E’ difficile da stabilire cosa sarebbe cambiato con queste novità, non mi sono messo a calcolare chi avrebbe vinto con queste nuove regole. Sicuramente dovremo farci trovare pronti durante tutta la stagione, il biathlon è seguito così appassionatamente per il livello così alto ed è positivo che tutti gli atleti più rappresentativi debbano partecipare a tutte le gare di Coppa del Mondo se vogliono ambire alla classifica generale. Però chiaramente se un atleta è dominante e vince spesso può permettersi anche di saltare qualche tappa, a livello di spettacolo potrebbe essere anche controproducente.

Non posso dire adesso se sono favorevole o contrario, faremo delle valutazioni al termine della stagione. Le regole sono chiare fin dall’inizio, per cui ci adattiamo e daremo il massimo con le nostre potenzialità. Sicuramente vinceranno gli atleti migliori del circuito come è avvenuto in passato, su questo non ho dubbi, penso sia corretto premiare chi vince”.   

Parliamo allora di Emilien Jacquelin, il quale ha recentemente raccontato un aneddoto che vi riguarda all’IBU. Cosa pensi del suo potenziale e se sarà in grado con un po’ più di continuità e solidità di lottare per la classifica generale?

“E’ logico, lui lo sa bene. Ogni tanto Emilien si lascia andare in alcune situazioni, gli manca un po’ di maturità. In alcune situazioni in cui le cose non vanno come vorrebbe si demoralizza ed è un po’ debole. Nella gara che ha citato invece ha dimostrato di rimanere concentrato sul lavoro ed ha lottato per conquistare un podio in condizioni difficili.

Deve sapersi adattare a ogni tipo di situazione e bisogna adattarsi: dalla rottura di un bastone o lo sci o altro che ti può distrarre. Deve essere in grado comunque di realizzare una performance con continuità: a volte ti lascia a bocca aperta per le sue capacità, ogni tanto invece non ha la serenità per lottare e conquistare il risultato importante. Mi aspetto una buona reazione da parte sua in questo inverno, non dimentichiamo i problemi occorsi durante la scorsa preparazione al polso che lo hanno un po’ destabilizzato. Quest’anno è andato tutto liscio e sono curioso di vedere il suo livello e capire se è cresciuto”. 

 

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Diversi atleti hanno già dichiarato di puntare alla sfera di cristallo, il primo nome è chiaramente Johannes Boe, che potrebbe dare del filo da torcere sia a Quentin che a Emilien

“Rispetto le sensazioni, ma è difficile stabilire oggi chi possa vincere. Ci sono 10-12 atleti di altissimo livello, colui che vince avrà sicuramente ragione: nelle dichiarazioni ci sono anche piccoli giochi mentali tra i diversi atleti per mettersi in difficoltà l’uno con l’altro, fa anche questo parte dello sport. Penso che vedremo anche quest’anno delle novità nel mondo del biathlon, mi aspetto ad esempio qualche giovane emergente che possa a sorpresa lottare per i piani alti e fa bene a tutto il movimento. I nomi francesi che ai citato ad oggi rappresentano le nostre punte di diamante in campo maschile, ma ci aspettiamo risultati di alto livello anche dagli altri componenti della squadra e sono sicuro che i risultati arriveranno, chiaramente con il rispetto degli avversari. C’è voglia di tornare a lottare e conquistare ulteriori soddisfazioni”.  

A proposito: si è ritirato Simon Desthieux ma Fabien Claude ha dimostrato di star bene in questa preparazione, ci sono anche giovani in rampa di lancio come Eric Perrot e Emilien Claude, senza dimenticare Antonin Guigonnat. Sarà una bella sfida sia a livello individuale che nelle staffette

“Li aspettiamo, siamo qui per loro. Siamo curiosi di capire se possono farci vedere i loro progressi anche in gara, anche i giovani sono molto vicini a quel livello che cerchiamo. In base ai momenti e ai periodi di forma poi valuteremo gara dopo gara. Al momento c’è una staffetta già prevista per la seconda gara, ma aspettiamo a fare delle scelte. Vero che abbiamo perso un bell’atleta come Simon, però sono fiducioso del fatto che sarà rimpiazzato con atleti dello stesso livello”.

Hai avuto modo di confrontarti con tuo fratello, Christian Favre, che da questa nazionale sarà uno degli skimen della nazionale italiana, sull’ambiente azzurro?

“Premesso che non mi piace parlare delle altre squadre in cui non sono coinvolto direttamente, ma rispetto sempre il lavoro delle altre nazionali. Ho grande rispetto di mio fratello con cui ho lavorato in passato, sono convinto che porterà grande esperienza al gruppo e spero possa aiutarli nel raggiungere i loro obiettivi. Spero che i giovani italiani possano fare bene, sono contento quando riescono a esprimersi al meglio. C’è un nuovo staff e un nuovo ambiente a livello di Coppa del Mondo, saranno solo le gare a stabilire poi il livello che riusciranno a raggiungere”.

Un’ ultima considerazione sui giovani valdostani, ben tre, che fanno parte del gruppo azzurro di Coppa del Mondo e che si affacciano al quadriennio che porterà ai Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026

“Ho avuto in passato l’opportunità di lavorare con Michela Carrara, che conosco bene. Didier lo conosco perchè è di Bionaz come me, ma non dal punto di vista del biathlon, solo come ragazzo perchè non l’ho mai seguito. Gli auguro che possa crescere, secondo me ha ancora bisogno di qualche anno per maturare bene per l’alto livello, al fine di rimpiazzare Lukas Hofer che è un po’ in difficoltà dal punto di vista fisico. Con Samuela Comola ci siamo invece confrontati in un paio di occasioni, mi aspetto e spero che loro possano fare delle belle cose, ma non trovo corretto giudicare il lavoro degli altri”.