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Giacomel Coppa del Mondo

Tommaso Giacomel: “Sono curioso di vedere il mio livello rispetto ai big di Coppa del Mondo”

Tommaso Giacomel la scorsa stagione ha conquistato la sua prima top ten individuale in Coppa del Mondo ed è sempre più convinto di avere i mezzi per lottare con i migliori biathleti della Coppa del Mondo. Il giovane primierotto delle Fiamme Gialle ha tutte le carte per emergere, ma allo stesso tempo è consapevole che bisognerà limare ancora diversi dettagli per poter competere con il livello più alto.

Un passo per volta dunque: Giacomel ha un grande potenziale al tiro, ma dovrà trovare il giusto equilibrio e avere maggiore costanza. In una giornata particolarmente precisa e fortunata, ha dimostrato che può giocarsela per una posizione prestigiosa. Abbiamo raggiunto Tommaso Giacomel prima della partenza verso Kontiolahti, sede della prima tappa di Coppa del Mondo.

Ciao Tommaso, innanzi tutto come stai? La preparazione con Fabio Cianciana e Andrea Zattoni si è svolta come da programma?

“Mi sento molto bene, la preparazione è andata nel migliore dei modi. Ho avuto un piccolo calo fisico e mentale a settembre, quando eravamo impegnati nel raduno sul ghiacciaio a Ramsau, però secondo me è andata molto bene. Questa estate sono andato sempre molto forte, adesso vediamo con l’inverno come andrà che è quello che conta di più. Sono curioso”.

Hai ritrovato il valdostano Fabio Cianciana come tecnico sul tiro dopo che ti aveva già seguito nelle giovanili. Un rapporto molto diretto il vostro, ma si percepisce anche grande feeling

“Si, andiamo molto d’accordo, anche se certe volte abbiamo delle visioni contrastanti. Secondo me fin dal raduno di Lavazè a giugno ha potuto constatare che sono maturato in queste stagioni rispetto al livello che avevo in squadra junior. A volte preferirebbe che al tiro facessi scelte diverse, ma sa come sono fatto e sa come prendermi”. 

Come valuti i test svolti a Beitostolen, considerando che sono stati fatti internamente per il forzato forfait di Sjusjoen?

“Mi è dispiaciuto non poter avere avuto l’occasione di poter avere questo confronto con i norvegesi, però avrebbe avuto poco senso a livello logistico. Sono soddisfatto dei test fatti in Norvegia, in particolare della sprint svolta nella prima giornata di gare, mi sentivo molto bene e con buone sensazioni, c’è da limare qualcosa ancora delle serie in piedi. Devo colmare gli ultimi dettagli al tiro prima del via della stagione”. 

 

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Nella scorsa stagione hai disputato 26 gare internazionali, partendo forte fin da subito, ma dopo Östersund non sei più riuscito a ripeterti. A fine stagione la soddisfazione per la partecipazione alle prime due mass start di Otepaea e Oslo. Nel mezzo i Giochi Olimpici di Pechino. Come valuti il tuo percorso della scorsa annata?

“Sono partito bene, poi purtroppo non sono stato in grado di continuare su quel livello. Gennaio e febbraio sono stati mesi piuttosto difficili e dopo i Giochi ero davvero stanco e deluso delle mie prestazioni, sebbene a Pechino la prestazione in staffetta mi ha tirato un po’ su di morale. Ero molto frustrato per le mie prestazioni, in diverse occasioni sono rimasto fuori da tanti inseguimenti per pochi decimi, tutte occasioni perse. L’obiettivo dopo i Giochi era soprattutto quello di divertirmi. Ho provato a farlo da Kontiolahti in poi, sebbene fisicamente ho sofferto nell’inseguimento, ma in Estonia e a Oslo ho ritrovato serenità. Quando le cose vanno bene i bersagli si chiudono da soli, quando ci sono i momenti difficili invece si fa molta più fatica”. 

 

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Una stagione che ti ha visto protagonista come frazionista in staffetta, disputando molte più gare. In diverse occasioni però hai faticato al tiro e questo aspetto ha inciso con ogni probabilità sul tuo stato d’animo

“E’ vero, solitamente nelle staffette mi esprimo molto bene, ed è stato cosi nelle prime tappe. Poi non ho preso parte a quella di Ruhpolding, ad Anterselva sono andato in difficoltà sul tiro. Fortunatamente ai Giochi mi sono salvato con le ricariche in piedi, ma le staffette sono gare molto particolari. Non sono gare semplici, basta poco per essere fuori dalla lotta per le posizioni più importanti”.

Tu e Didier siete, anche a seguito del ritiro di Dominik Windisch e Thomas Bormolini, diventati sempre più il riferimento per questa nazionale maschile. L’assenza per infortunio di Hofer, che si è allenato per gran parte della preparazione in Svezia, vi rende già a 22 anni tra gli atleti di punta della nazionale italiana. E’ per te un peso?

“No, assolutamente. Abbiamo una squadra molto giovane, il che è positivo per il futuro. Ci ritroviamo io e Didier ad essere i più esperti, anzi lui è un mese e mezzo più grande di me per cui è il più esperto. No, scherzi a parte, abbiamo entrambi all’ incirca 50 presenze in Coppa del Mondo e siamo quelli che tirano il gruppo, ma il livello del gruppo è comunque equilibrato, perchè Cappellari e Braunhofer sul tiro hanno sicuramente qualcosa in più al tiro. Non ci sentiamo dei leader, se altri atleti hanno bisogno del mio supporto cerco di essere utile il più possibile, sono a disposizione”.

 

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Allora per voi due è finito il periodo di apprendistato, ora si fa sul serio nel percorso che porta ai Giochi di Milano Cortina 2026. Ti sei fissato qualche obiettivo personale?

“In questa stagione provare a entrare non sarebbe male nei 20 della classifica generale. Chiaramente per l’assenza di russi e bielorussi si abbasserà il livello delle gare, perchè sono tutti atleti in grado di entrare almeno nelle prime 30-40 posizioni. Ne dobbiamo approfittare per guadagnare posizioni, sebbene il livello resti comunque alto. Oltre a noi stanno comunque emergendo atleti giovani anche nelle altre nazioni e sono molto validi, per cui sicuramente ci sarà da lottare. Non vedo l’ora di misurarmi con i migliori al mondo”.

 

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Uomo da battere in questa stagione?

“Non ho dubbi, Johannes Thingnes Boe. Per come l’ho visto a Beitostolen, è davvero in forma. Mi ha impressionato molto di più durante il raduno rispetto alle gare di Sjusjoen, perchè andava veramente forte e a livello di motivazioni deve essergli scattato qualcosa. Chiaramente Quentin Fillon Maillet sarà della partita, ma per gli altri sarà davvero dura. Sono curioso”.

Foto: Pentaphoto