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Linda Zingerle Biathlon

Biathlon, Linda Zingerle: “La mia stagione è stata positiva: so di dover lavorare molto sul tiro, non mi sento sicura nelle serie in piedi”

Abbiamo raggiunto telefonicamente Linda Zingerle, classe 2002 delle Fiamme Gialle. L’azzurra di Anterselva (BZ), figlia del tecnico della nazionale ed ex biathleta Andreas Zingerle, sebbene ancora nella categoria giovani, ha già dimostrato le sue doti nel fondo e ha margini di miglioramento notevoli, considerata la tenera età. Sportiva a 360 gradi, è al pari di Rebecca Passler e Hannah Auchentaller, uno dei talenti della scuola di Anterselva e recentemente inserita nella squadra B del progetto Milano-Cortina 2026 della nazionale di biathlon da parte della FISI.

Ciao Linda, la scorsa stagione ti ha fatto conoscere al pubblico internazionale e non solo, con le medaglie ottenute ai Giochi Olimpici Giovanili di Losanna e ai Mondiali di Lenzerheide (Svizzera) che ti sono valsi il premio “Piotr Nurowski” come miglior atleta europea. Non deve essere stato facile gareggiare in questa stagione per potersi confermare

“Il premio Nurowski è stata sicuramente una piacevole sorpresa, però devo ammettere che ero solo concentrata per poter dare il meglio in gara, consapevole degli ottimi risultati della stagione precedente. La preparazione è stata rallentata anche dal Covid, però ai Mondiali giovanili sono arrivata in buone condizioni per ottenere dei bei risultati”.

Non a caso i gruppi sportivi militari ti hanno fatto delle proposte per l’arruolamento, tu hai optato per le Fiamme Gialle…

“E’ una lunga storia: già due anni fa mi avevano cercato le Fiamme Gialle, lo scorso anno ero aggregata all’Esercito e alla fine ho dovuto scegliere. A novembre si è aperta una posizione nelle Fiamme Gialle e ho optato per loro, sono molto felice e mi trovo molto bene con Cedric Christille che conosco fin dai primi ritiri della nazionale e anche con gli altri ragazzi e allenatori. Ho trovato un bell’ambiente”.

Il tuo obiettivo erano soprattutto i Mondiali Youth di Obertilliach: reduce da una difficile stagione al tiro in Coppa Italia sei riuscita ad ottenere due belle medaglie individuali, più il bronzo in staffetta

“Avendo gareggiato solo in Coppa Italia non sapevo quale fosse il mio livello, mi sono presentata a Obertilliach con tanti punti di domanda rispetto ai Mondiali di Lenzerheide, dove comunque ero reduce da una tappa di Junior Ibu Cup, competizione che quest’anno è stata cancellata. Sono arrivata ai Mondiali senza competizioni internazionali e conoscevo poche atlete tra quelle al via, ma comunque mi sono tolta delle belle esperienze nella sprint e nell’inseguimento”.

Nella staffetta, conclusa sul terzo gradino del podio, hai vissuto un momento particolare all’ultimo poligono. Si è visto anche un lato del tuo carattere, con le tue insicurezze sul tiro e soprattutto le tue emozioni…

“Dopo i giri di penalità a seguito dell’ultima serie ero veramente arrabbiata con me stessa, volevo sfogarmi e allo stesso tempo autopunirmi, tanto che ho fatto una richiesta particolare a Mirco sul percorso. Non riuscivo a darmi pace, è stato un ultimo giro particolare…”

Se durante la stagione hai potuto gareggiare spesso nella categoria juniores, nelle ultime settimane hai potuto confrontarti su queste distanze anche con le atlete del circuito di Ibu Cup e anche con le senior azzurre ai Campionati Italiani. Che esperienze sono state?

“Sicuramente è stato bello cimentarsi in tutti questi circuiti, ma soprattutto il confronto durante la stagione con le junior e in particolare Rebecca Passler e Hannah Auchentaller, ma anche le sorelle Trabucchi con le quali mi sono allenata durante questa estate, per cui era importante misurarsi con loro anche durante l’inverno”. 

Su quali aspetti invece ti sei confrontata con i tecnici Mirco Romanin e Fabio Cianciana per migliorare il tuo biathlon?

“Quest’estate credo che dovrò lavorare molto sul poligono in piedi, perchè non mi sento molto stabile al tiro. Sulla parte atletica ho il vantaggio di potermi allenare spesso con mio fratello David (atleta Juniores dell’Esercito e a sua volta in nazionale): abbiamo la fortuna di poterci allenare sulle montagne vicino a casa, corriamo anche molto e ci divertiamo allo stesso tempo. Al poligono di Anterselva quando non può seguirci il papà ci appoggiamo a Ralf Passler: è sempre bello potersi confrontare con gli allenatori che mi hanno seguita fin da piccola, sempre disponibili con noi atleti se abbiamo bisogno di qualcosa”. 

Tuo papà è il tecnico della nazionale italiana, nonché ex atleta vincitore di diverse gare in Coppa del Mondo. Anche tuo fratello David è in nazionale nella categoria juniores, anche se avete un carattere diverso. A sua volta Lena, tua sorella maggiore e attiva nel comitato di Biathlon Antholz, ha praticato il biathlon: è una tradizione che continua…

“Sicuramente ne parliamo spesso a casa. Ogni tanto a cena ci diciamo: oggi non dobbiamo parlare di biathlon…ogni tanto bisogna anche staccare e ci sono anche altre cose nella vita, per fortuna”

Finita la stagione agonistica sei tornata a quella scolastica, in preparazione alla maturità. Al termine delle superiori pensi di continuare gli studi oppure ti concentrai momentaneamente sul biathlon?

“Ci penso spesso. Con ogni probabilità dopo la maturità mi prenderò un anno sabbatico dagli studi e mi concentrerò sul biathlon, in questo periodo cercherò di capire se svilupperò delle forti motivazioni per poter riprendere gli studi, potrebbe aiutarmi a livello mentale per staccare un po’ dal biathlon stesso”.

Essendo appassionata di viaggi e turismo, non avendo potuto approfittarne durante il lockdown e la scorsa estate, hai sviluppato nuovi hobby?

“Durante il lockdown non potendo fare attività all’aperto, se non quelle legate al biathlon, mi sono appassionata allo yoga e faccio spesso stretching, questi esercizi mi aiutano soprattutto a livello mentale”.

Foto: Reichert IBU