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Biathlon, Michela Carrara: “La staffetta di Anterselva è stata la chiave della mia stagione, mi ha fato fiducia per i Mondiali”

Michela Carrara è consapevole di avere fatto esperienza in queste due stagioni in cui ha gareggiato in Coppa del Mondo, reagendo con determinazione anche allo sfortunato episodio dell’infortunio alla clavicola che le ha fatto perdere oltre un mese e mezzo di preparazione e al covid che l’ha colpita nel momento decisivo della preparazione. Tra il mese di gennaio e febbraio ha fatto vedere delle ottime prestazioni ad Anterselva e soprattutto ai Mondiali di Pokljuka, dove ha ottenuto i migliori risultati della carriera che le danno fiducia. La valdostana classe 1997, cresciuta nel gruppo sportivo SC Valdigne Mont Blanc di La Salle e arruolata nel gruppo sportivo dell’Esercito, ha bisogno di più continuità per un definitivo salto di qualità nella prossima stagione che porterà ai Giochi Olimpici di Pechino 2022.

Ciao Michela, nella valutazione della tua stagione partiamo dalla preparazione, che per te è iniziata subito in salita, con l’infortunio occorso durante la preparazione alla clavicola e il covid che ti ha colpito in seguito. Puoi raccontarci come è andata e come ti sei ripresa?

“Purtroppo in allenamento ho avuto questo brutto infortunio alla clavicola che mi ha costretta a rimanere ferma praticamente per due mesi: ho dovuto tenere il tutore per 40 giorni e poi in seguito mi sono occupata della riabilitazione della spalla. Ricominciare non è stato semplice, ad agosto ho ripreso gli allenamenti rientrando nel raduno di Anterselva. Dopo Ramsau e Oberhof dove ho potuto finalmente allenarmi con le altre ragazze è arrivato il covid, che a livello morale mi ha dato un altro brutto colpo. Sicuramente dal punto di vista mentale non è stata semplice perchè sentivo cadere il mondo addosso, però sono stata sempre molto seguita dagli allenatori della squadra A, nonostante non fossero presenti fisicamente, mi hanno supportato e la squadra mi è stata comunque di grande aiuto per poter chiudere la preparazione, appoggiandomi anche al team juniores e giovani in Val Martello”.

Dopo l’apparizione a Hochfilzen ti sei ripresa al meglio nel mese di gennaio gareggiando in Alpen Cup e Ibu Cup, per poi rientrare nel circuito ad Anterselva dove sei stata protagonista in staffetta di una bellissima frazione, chiudendo al quarto posto finale.

“Ad Hochfilzen non ero sicuramente nelle migliori condizioni per il rientro in Coppa del Mondo, però essendoci una staffetta ero inserita come riserva e ho gareggiato nella sprint per poter testare il mio livello. Giustamente nel mese di gennaio ho trovato la condizione nei circuiti inferiori e sono tornata in Coppa con un livello sicuramente migliore e più adeguato. La staffetta di Anterselva è stata molto importante per me e che mi ha dato tanta fiducia anche per i Mondiali. Poter rimanere per due giri sugli sci con la francese Braisaz e la bielorussa Kruchinkina mi ha fatto capire che posso giocarmela a quei livelli, è stato forse il momento chiave della mia stagione”.

Al Mondiale sono arrivate le tre gare migliori a livello individuale segnale del fatto che ti sei presentata all’appuntamento iridato di Pokljuka nelle migliori condizioni. Nella sprint sono arrivati i primi punti in Coppa del Mondo, precedendo Irene Lardschneider, con il 23esimo posto che rimane ad oggi il miglior risultato in Coppa. Ti sei difesa anche sui 4 poligoni nell’inseguimento e nell’individuale, tanto da essere vicina alla tua prima partecipazione alla mass start.

“Sono state sicuramente delle belle gare quelle in Slovenia, alcune meglio sul tiro e altre meglio sugli sci. Ciò mi fa capire che su entrambi i fronti posso fare meglio, nella giornata in cui entrambe le situazioni vengono avanti in parallelo posso cogliere un risultato molto buono. Le gare iridate sono state importanti sia per me che per gli allenatori per poter valutare il livello a cui posso aspirare”.

Forse invece hai sofferto un po’ di più nella staffetta iridata. Staffette che ti hanno visto protagonista anche a Nove Mesto: essendo schierata in ultima frazione nel quartetto femminile sei arrivata all’ultima serie a giocarti il podio e poi hai anche esordito nella single mixed al fianco di Tommaso Giacomel. Tutte situazioni nuove o quasi per te…

“La staffetta effettivamente non è stata una gran gara per me, mi sembrava di sentirmi bene ma chiaramente ogni gara è diversa e non so oggi il motivo per cui non è andata come avrei voluto. La staffetta mi piace tantissimo ed è stato bello potersi giocare qualcosa nella prova femminile di Nove Mesto, anche se non è andata alla fine per il verso giusto siamo andate molto vicine al podio: è anche bello ogni tanto cambiare le carte nelle varie frazioni per capire come ci si potrebbe comportare in situazioni diverse. La single mixed è molto particolare come gara, magari non è il format che si adatta meglio alle mie caratteristiche ma mi sono divertita molto e abbiamo imparato qualcosa di nuovo, so che Tommaso è molto adatto per il format e insieme abbiamo provato a dare il massimo”.

La prossima sarà la stagione olimpica, pensi un po’ al fatto che potrebbero essere i tuoi primi Giochi? Dove credi di dover concentrare i tuoi sforzi e i tuoi allenamenti per poter migliorare il tuo livello?

“Chiaramente un po’ ci si pensa a Pechino 2022 ma l’obiettivo principale è quello di migliorare anche per la Coppa del Mondo, poi ai Giochi gareggeranno in quattro e ci sarà bisogno di lottare per guadagnarsi il posto perchè stanno emergendo anche le giovani. Sugli sci sarebbe per me importante anche 20-30 secondi per poter gestire anche meglio il tiro, che è un po’ l’aspetto su cui sto facendo più fatica. In allenamento ho fatto dei miglioramenti e dei passi avanti che non sono riuscita a portare con continuità in gara e mettere a pieno in pratica. Devo lavorare soprattutto sulle percentuali e anche sui tempi di rilascio posso guadagnare qualcosa, poi in Coppa del Mondo è molto importante limare questi aspetti perchè guadagnare un secondo significa salire di una posizione in classifica, per cui a livello globale si può migliorare su tutti gli aspetti”.

Da valdostana e da atleta del CS Esercito hai avuto modo anche di gareggiare e di conoscere negli anni Nicole Gontier, che a Martello ha annunciato il ritiro dall’attività agonistica. Ti dava consigli e che ricordo terrai di lei?

“Qualche allenamento insieme l’abbiamo fatto ma non abitiamo molto molto vicine e quindi non capitava spesso di incrociarsi, però sicuramente è stata per me un riferimento e l’atleta valdostana di punta. E’ una persona molto aperta e spontanea, in questi anni ho avuto modo ti parlare molto con lei e mi dava spesso dei consigli. Un peccato che abbia smesso ma penso che abbia deciso nel momento giusto, sicuramente ha avuto una carriera molto difficoltosa ed è per questo che è stata molto brava per essere arrivata così in alto e aver raggiunto risultati di altissimo livello”. 

Val d’Aosta che vede sempre più atleti nelle categorie giovanili e che vorrebbe ancora espandersi, come nel progetto di tesi di Laurea del tuo compagno Edoardo Mezzaro di cui ha parlato a Fondoitalia. Un bel segnale per tutto il movimento e per il CS Esercito che vi supporta

“Sicuramente è un bellissimo progetto e un sogno per tanti, in Valle ci manca un centro a livello di strutture comparabile a quelli dei centri altoatesini, vedremo se nel futuro si riuscirà ad avere anche questo tipo di supporto”.

 

 

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