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Biathlon, Nicole Gontier: “Mi mancheranno le ragazze, l’ambiente ma anche lottare per la conquista di un risultato”

Nicole Gontier, 29enne valdostana del CS Esercito, ai Campionati Italiani disputatisi in Val Martello ha recentemente annunciato il ritiro dopo 9 stagioni di Coppa del Mondo. Abbiamo avuto il piacere di intervistarla per ripercorrere insieme la sua carriera da agonista e per chiedere le sue sensazioni e le sue emozioni emerse durante la festa organizzata dai compagni di squadra

Ciao Nicole, partiamo dal ritiro. Cosa ti ha spinto a prendere questa decisione? Le tua ultime esperienze a livello internazionale è stata negli Europei di Duzniki Zdroj e nell’Ibu Cup di Brezno, avevi già maturato questa decisione?

“Ho preso questa decisione perchè non riuscivo a raggiungere i risultati che mi ero prefissata, quindi questa situazione un po’ ha inciso. L’allenamento e i viaggi non mi pesavano, però chiaramente non riuscendo a raggiungere gli obiettivi ho deciso per il ritiro. Le motivazioni non sono mai mancate, così come la voglia di lottare”.

Come per Pietro Dutto due anni fa, è stato bellissimo poter celebrare il ritiro ai Campionati Italiani, Dorothea Wierer e tutta la squadra ti hanno riservato una bella festa.

“E’ stata bellissima e davvero emozionante, anche perchè non mi aspettavo nulla e non sapevamo se potessimo organizzare qualcosa vista la pandemia. Finire in questo modo è stato molto bello”.

Facciamo un throwback che vanno molto di moda sui social: se penso ai tuoi inizi mi vengono subito in mente due episodi, la tua frazione nella staffetta iridata di Nove Mesto, dove avete colto un bronzo storico con Dorothea Wierer, Michela Ponza e Karin Oberhofer. Con la stessa formazione a Sochi ti sei presentata al primo poligono in testa e con tanta pressione. Che ricordi hai di queste esperienze?

“Quella di Nove Mesto è stata un’ emozione incredibile, in quella stagione avevamo fatto delle belle staffette ma non da poterci giocare la medaglia fino alla fine. A Sochi purtroppo si è ribaltata la situazione, forse ci si aspettava qualcosa di più dalla mia prestazione personale e invece sono entrata nel giro di penalità: purtroppo è sempre stata una delle mie “caratteristiche”, non ho fatto la gara della vita e nei avrei avuto bisogno”.

La stagione successiva è stata però la migliore della tua carriera, perché tra dicembre e gennaio arrivano ben 4 piazzamenti nella top 10, con la ciliegina del doppio podio con Dorothea nella sprint di Oberhof, dove hai trovato lo zero

“Il mio punto debole è sempre stato quello della mancanza di equilibrio, ho sempre fatto fatica al tiro ma ho avuto degli alti e bassi anche da quel punto di vista. I periodi in cui mi sembrava che le cose stessero andando meglio non sono durati a lungo, la mia vita da biathleta è stata sempre così. Lo zero ad Oberhof è arrivato nel giorno giusto al momento giusto, perchè è stato l’unico zero individuale della mia carriera, ha pagato molto più delle altre gare. E’ stata la mia giornata”.

Una stagione chiusa in bellezza con i podi ottenuti nella staffetta di Oslo Holmenkollen e soprattutto nei Mondiali di Kontiolahti dove non eri nelle migliori condizioni fisiche. In ogni serie c’era il rischio del giro di penalità ma spesso hai saputo gestire bene le ricariche

“Da quel punto di vista in quelle stagioni ero migliorata anche grazie al supporto di Dorothea Wierer, essendo in gruppo con lei è sempre stata un punto di riferimento in squadra fin da giovani. Poi non è stato più così facile, ho comunque lottato sempre per poter raggiungere quel livello espresso e saltuariamente trovavo anche delle belle gare, ma purtroppo è andata così”.

Le tue ultimi stagioni sono state difficili, la discontinuità al poligono non ti ha permesso di poter gareggiare con costanza in Coppa del Mondo, disputando spesso gare di Ibu Cup. Il rimpianto più grande delle ultime stagioni potrebbe essere la mancata partecipazione ai Mondiali di Anterselva 2020?

“Esatto, a Martello la passata stagione stavo molto bene sugli sci ma faticavo tantissimo al tiro, sugli sci avevo una condizione che forse mai avevo avuto nel corso della mia carriera. Le cose purtroppo non si sono allineate, dispiace soprattutto perchè ad Anterselva ho sempre fatto delle belle gare”.

Per quanto riguarda la Valle d’Aosta, tu sei entrata in squadra di Coppa del Mondo nei Mondiali di Ruhpolding del 2012 quando si è disputata l’ultima gara di Rene Laurent Vuillermoz. In una sorta di passaggio del testimone di una staffetta mista ora c’è il promettente Didier Bionaz che ha già ottenuto dei bellissimi piazzamenti in Coppa del Mondo, così come Michela Carrara. Quanto è stato per voi importante il supporto del CS Esercito e come vedi la crescita di Didier e degli altri giovani e promettenti ragazzi aostani?

“Sicuramente l’apporto del CS Esercito è stato importantissimo, si vede il lavoro che è stato fatto per la Valle D’Aosta, non solo con Didier e Michela ma anche il gruppo juniores è composto da tantissimi valdostani e questo è un segnale del lavoro svolto, sebbene non abbiamo strutture all’avanguardia. Il gruppo c’è, gli allenatori sono bravi e si lavora bene, i risultati poi arrivano. Sono quindi molto contenta di vedere i giovani, tra questi Didier è incredibile, l’esempio per tutti i giovani e gli auguro il meglio. Lui e Tommaso Giacomel cresceranno insieme e si aiuteranno l’un l’altro”.

Di solito quando un’atleta molla la carabina prende in mano i libri e inizia a studiare seriamente, per te che sei già laureata cosa ti aspetta il futuro?

“Sto ancora pensando a cosa voglio fare da “grande”, con l’Esercito e con l’Università di Roma mi sono iscritta a un master sul marketing dello sport. Sono entusiasta di inziare questo percorso ma allo stesso tempo farò anche formazione con il Cs Esercito e stiamo valutando come procedere per il futuro”.

Che cosa invece ti mancherà di più delle gare?

“Sicuramente le ragazze, la compagnia e l’ambiente. Mi mancheranno tante persone che rimarranno nel mio cuore. Le emozioni che vivi da atleta sono indescrivibili, fare gare, ottenere risultati o dover lottare per ottenerli. Ma anche fallire e cadere, non riuscire a trovare i risultati e lottare per questo, anche la delusione mi mancherà. La bellissima tuta che mi hanno regalato rimarrà sempre con me e mi ricorderà tutte queste esperienze”.

 

Grazie di tutto Nicole