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Hannah Auchentaller - Oberhof 2023

Hannah Auchentaller: “Mi piacerebbe essere costante per tutta la stagione, iniziando in Coppa del Mondo”

Reduce da una stagione esaltante che, a soli 22 anni, l’ha vista partire dall’Ibu Cup e arrivare sul gradino più alto del podio nella staffetta iridata, Hannah Auchentaller ha tutte le carte per potere crescere, affiancata da alcune tra le migliori atlete del biathlon internazionale.

In compagnia di Samuela Comola, Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi, la sudtirolese del CS Carabinieri ha offerto un contributo fondamentale ai Mondiali di Oberhof, dove alla vigilia era considerata come riserva. Gara dopo gara l’azzurra ha conquistato risultati sempre più di spessore, lasciandosi piuttosto da parte tutti i fantasmi del recente passato che l’avevano frenata nella prova a squadre di Anterselva. Carattere da vendere per la azzurra, che grazie ad un ottimo finale di stagione vanta già due partecipazioni nelle partenze in linea del massimo circuito. Al pari della “gemella” Rebecca Passler (entrambe frutto della scuola di Anterselva) sogna di poter coronare la propria crescita ai Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026 davanti al pubblico di casa.

Vi proponiamo l’interessante intervista realizzata da Marco Cangelli e Mirko Efoglia per il podcast “Sfere di Cristallo”, programma settimanale sugli sport invernali di “Vita Sportiva”:

 

Hannah Auchentaller, com’è andata la preparazione estiva?

“Per ora direi abbastanza bene. Abbiamo fatto parecchi raduni, però il tutto si è svolto senza grossi infortuni o imprevisti. Incrociamo le dita che la preparazione prosegua così e non vedo l’ora di tornare sugli sci”.

Lo scorso inverno avete dimostrato di aver un gruppo particolarmente forte. Nel corso di questo periodo di raduni hai notato un’ulteriore crescita?

“Ogni anno si cresce, si fa un passo in avanti. Per noi avere questo gruppo è una gran fortuna perché ci spingiamo e motiviamo a vicenda. Quando una persona sta meno bene e l’altra sta meglio, l’una stimola l’altra. Cerchiamo di sfruttare ciò perché siamo consapevoli che non sia una possibilità che tutti possano sfruttare”.

Una delle tue caratteristiche è senza dubbio la lucidità al poligono che sono emerse in più occasioni, una su tutte il Mondiale. Da dove nasce questa dote? E’ una questione naturale oppure è frutto del grande allenamento?

“Sicuramente non è una dote naturale. Ci sono dietro ore e ore di allenamento. Bisogna accettare tante sconfitte per imparare e capire dove migliorare. Per ora è stato solo frutto del grande lavoro perché senza di esso, in certe situazioni non riesci a gestire la pressione che arriva da fuori”.

Ti abbiamo visto crescere anche sugli sci dove hai messo in luce un convincente passo anche nelle ultime sezioni di gara. Stai lavorando anche su quest’aspetto?

“Assolutamente, anche perché non ci si può mai fermare e gli avversari non vanno in vacanza nel frattempo in arrivo dell’inverno. Lavorano anzi tutti sodo e bisogna andar avanti, porsi nuovi obiettivi e trovare la motivazione giusta per allenarsi sapendo che questo sforzo pagherà in inverno”.

La perla della tua stagione è stata sicuramente la staffetta che ha regalato uno storico titolo mondiale all’Italia. Ci racconti com’è andata quella gara avendola vissuta da dentro?

“Quando mi hanno comunicato che sarei stata la terza frazionista, sono andata in tensione perché non me l’aspettavo, essendo andata là con l’idea di far una gara che è andata come è andata. Ho cercato di non dargli troppo peso e concentrarmi su quello che sapevo fare, di non pensare troppo il risultato. Subito prima che Dorothea mi desse il cambio ho detto al fisioterapista che non volevo partire perché mi girava la testa e avevo lo stomaco chiuso. Stavo parecchio male in quel momento, poi sono entrata in zona cambio e lì non hai tempo manco di pensare a dove ti trovi. Devi solo pensare a far bene il cambio e far la tua gara”.

Eri reduce dagli errori commessi nella staffetta di Anterselva. Come hai fatto a mantenere la concentrazione in una situazione così complicata e con così grandi pressioni?

“Quella staffetta mi ha “preparata” per un’altra gara in condizioni simili, visto che spesso e volentieri dalle sconfitte impari molto di più che dalle vittorie. Dopo Anterselva mi sono preso il tempo di analizzare la prestazione affinché una cosa del genere non accadesse più. A Oberhof ho cercato di concentrarmi su me stessa e fregarmene di ciò che mi circondava”.

Fino a qualche settimana prima gareggiavi in IBU Cup. Ti saresti mai aspettata a quel punto di far parte di un’impresa storica?

“Assolutamente no. Se qualcuno a inizio stagione mi avesse detto ‘questi saranno i tuoi risultati’, avrei firmato immediatamente. Era un’annata che nemmeno nei sogni mi sarei potuto immaginare. Sono felice che sia andata così. Speriamo che in futuro riesca a ripartire da dove mi sono fermata”.

Tutto ciò è avvenuto davanti agli occhi di tuo papà Armin, allenatore degli Stati Uniti. Qual è il rapporto con lui?

“In pochi hanno la possibilità di aver l’occasione di condividere un’esperienza del genere con il proprio papà. Noi due andiamo d’accordo perché per me lui è una persona di fiducia, tant’è che certi argomenti che gli atleti affrontano con psicologi o allenatori, io lo faccio direttamente con mio padre. E’ stato ancor più bello averlo lì ed esser lì con lui. Se non ci fosse stato lui, probabilmente in quel momento non avrei nemmeno capito dove mi trovassi visto che è successo tutto molto velocemente”.

Tornando per un attimo all’estate, il biathlon sta costruendo un vero e proprio circuito ad hoc. Secondo te in futuro si potrà creare una Coppa del Mondo come per il salto con gli sci e quanto è utile questo circuito per crescere?

“Quando i risultati ci sono, viene anche voglia di praticare uno sport. Innanzitutto è fondamentale ci siano i risultati e di seguito arriverà anche un movimento che possa aiutare a crescere ulteriormente questa disciplina”.

Quest’anno avete deciso di saltare i Mondiali Estivi per privilegiare i Campionati Italiani di Forni Avoltri. Da un punto di vista competitivo è meglio puntare sulla rassegna tricolore rispetto a quella iridata?

“Riteniamo sia stata la scelta giusta perché c’è stata la possibilità di confrontarci tra di noi. Più competizioni fai, più riesci a ottenere dei riscontri, per cui, per quanto le gare estive contino meno di quelle invernali, tutto ciò ci serve per capire dove dobbiamo migliorare o cosa invece vada già bene”.

Guardando alla prossima stagione, quali sono i tuoi obiettivi?

“Un obiettivo è quello di partire subito con le prime gare in Coppa del Mondo e poi raggiungere un livello costante sia sugli sci che sul tiro così da aver risultati costanti durante tutta la stagione”.

In conclusione, alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 si gareggerà ad Anterselva davanti al tuo pubblico. Come ti vedi in quell’occasione?

“E’ uno degli obiettivi principali a lungo termine. Farò di tutto per esserci in formissima e esser là al cancelletto senza rimpianti. Vorrei partire sapendo di aver fatto tutto il possibile per poter portare a casa una bella gara”.

 

 

Recentemente l’azzurra classe 2002 dei Carabinieri è stata intervistata anche dai colleghi tedeschi di “Extrarunde”:

Foto: Pentaphoto