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Biathlon, Magdalena Wierer: “Non è stato facile il confronto con Doro, ora mi piacerebbe fare l’allenatrice”

Oggi Magdalena Wierer compie 20 anni e da sabato scorso ha appeso la carabina al chiodo, ritirandosi dal biathlon. Nell’intervista rilasciata per Biathlon Azzurro la sorella più giovane di Dorothea racconta di come non sia stato facile il confronto, fin dai tempi della scuola. Una giovane carriera condizionata da mononucleosi e da problemi fisici, ma “Magda”  ci tiene a volere rimanere nello sport e a dare ancora il contributo nel mondo del biathlon anche come allenatrice

Ciao Magdalena, partiamo dalla tua ultima gara con il biathlon: sei riuscita a chiudere con una bella gara nella sprint dei Campionati Italiani estivi di Anterselva, alle spalle della tua amica Linda Zingerle e davanti al pubblico nello stadio di casa. Deve essere stata una bella emozione poi salire sul podio con il tuo nipotino…

“Venerdì sera, dopo l’individuale dei campionati italiani estivi, ho preso questa decisione. Già alla fine della passata stagione non ero convinta di continuare, però volevo chiudere al meglio ed è stata davvero una bella gara la sprint disputata nella giornata di sabato, bellissimo aver concluso laddove tutto è iniziato, nel centro biathlon di Anterselva”.

Tanti i problemi fisici che non ti hanno permesso di poterti esprimere al meglio negli anni più delicati per la tua crescita, tra cui anche la mononucleosi

“Mi sono trascinata la mononucleosi per diversi anni, perchè ho fatto un lungo periodo dove ero spesso malata, per cui ho perso tantissimo allenamento. In seguito ho sofferto anche sui tibiali, sciando mi è sorta un infiammazione che mi provocava dolore ai muscoli soprattutto in caso di neve ghiacciata”.

Il sogno era quello però di ripercorrere le orme di tua sorella Dorothea. Immagino non sia stato facile gestire le aspettative di dover dimostrare sempre qualcosa in più

“Doro è il mio idolo fin da quando sono piccola ed ho iniziato a praticare il biathlon. Ho frequentato la scuola sportiva di Malles e in quegli anni sentivo il fatto di essere sempre confrontata con lei. La cosa mi ha dato molto fastidio, perchè avvertivo la pressione di dover dimostrare sempre di più ed una cosa che non mi ha fatto stare per niente bene. Ho quindi provato a fare il mio biathlon senza dover inseguire il paragone con lei, perchè sta facendo un lavoro eccezionale parametrato sulle sue possibilità. Ho avuto un viaggio nel biathlon totalmente diverso, ho provato anche a divertirmi nello sport che praticavo e questo mi ha fatto stare meglio”.

Decisivo per la tua scelta è stato probabilmente  il fatto di non essere riuscita a essere selezionata in un gruppo sportivo militare oppure di entrare a far parte del giro della nazionale juniores e giovani

“Sono stata aggregata per due stagioni al Centro Sportivo Esercito, dove ho provato ad accedere tramite il concorso, ma non sono riuscita ad entrare nel corpo ed ero molto delusa da me stessa. Mi sono fatta forza continuando da sola e devo ringraziare Stefano Corradini e Wilfried (Willy) Pallhuber che mi hanno supportato per andare avanti in queste ultime stagioni. Non sono riuscita a dimostrare quello che so fare ma sono riuscita comunque a fare un buon lavoro, ho sempre tenuto duro”.

Oltre a Linda Zingerle ci sono altre due tue coscritte che stanno facendo molto bene, come Hannah Auchentaller e Rebecca Passler che è stata recentemente inserita nella squadra A. Tu che le conosci fin da piccola, cosa ti impressiona più di loro e pensi che possano come te avvertire questo tipo di pressione?

“Si, chiaramente anche loro avvertiranno un po’ di pressione, ma credo che ognuna di loro sia concentrata sulla propria strada e sul proprio lavoro. Lo dimostrano gli ultimi risultati che hanno ottenuto, si divertono molto ed è importante per loro godere anche di questo aspetto nello sport che pratichi praticamente quasi tutti i giorni”.

Nell’ultima tappa di Coppa del Mondo ti abbiamo visto fare da chioccia e da apripista delle gare con i piccoli atleti dell’ASV Anterselva. La dice lunga sul tuo rapporto con la terra, il territorio e la tradizione: cos’è il biathlon per la Valle di Anterselva e per i ragazzi che lo praticano?

“Mi é sempre piaciuto il biathlon ma ho capito che non c’è solo quello nella vita ed è stato il momento giusto per smettere. Ora inizierò un percorso di studi, con un corso relativo allo sport management e in parallelo sto facendo anche il corso per diventare maestro di sci da fondo e allenatrice di biathlon. Mi piacerebbe davvero fare la allenatrice perché vorrei aiutare altri giovani cercando di trasmettere l’esperienza che ho maturato in queste stagioni con il biathlon. Magari anche qui nel comitato di casa, poi vedremo… Non ho ancora le idee chiare sul mio futuro avendo appena smesso”.