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Mamma Nadia racconta Lisa Vittozzi: “Il nostro sogno? L’oro olimpico”

L’intervista realizzata da Antonio Simeoli per il Messaggero Veneto a Nadia Fontana, mamma della campionessa sappadina Lisa Vittozzi. Ne riportiamo diversi estratti molto interessanti.

«Lisa da piccola? Andava a sciare come tutti i bimbi qui, ma un giorno, avrà avuto 10 anni, c’è stata la svolta. Proprio perchè tutti sciavano il giorno del suo compleanno, il 4 febbraio, i suoi amichetti erano tutti ad allenarsi e nessuno venne qui alla festa. Beh, da quel giorno non ha saltato una sciata».

E via con la prima vittoria da ragazzina. Campionati italiani in Val d’Aosta: «Prima gara: quarta nella sprint e poi seconda, con gran rimonta nell’inseguimento. Io me l’abbraccio all’arrivo». Alla parete ci sono le foto dei quattro figli di Nadia, la più grande ha 33 anni, la più piccola 15, in mezzo Lisa e l’unico maschio, che sta per diventare maestro di sci. Nadia di loro è orgogliosissima.

E le gare? «Non le guardo». Sicura? «Certo, specie se sono a casa. Troppa tensione da quando è finita nel buco nero». Sì, il buco nero. In cui Lisa finì sostanzialmente dopo aver perso la Coppa del mondo 2019 nel derby azzurro con Dorothea Wierer e accresciuto dopo i Mondiali di Anterselva del 2020.

«Da quei giorno non ho più visto i diretta una gara, troppa tensione – continua la mamma della fuoriclasse dei carabinieri, che al Mondiale di Nove Mesto ha giù vinto un oro e due argenti –. O sono al lavoro in pizzeria oppure sbircio i social per sapere il risultato. Poi, la sera, mi gusto la registrazione della mia Lisa in tv. Quando vado a seguirla in qualche trasferta di Coppa è diverso perchè la folla attorno mi aiuta a sciogliere la tensione».

Fuori c’è il sole, che ha sciolto gran parte della neve. La vista sull’alta valle del Piave da Borgata Lerpa è fantastica. Poco lontano Lisa ha costruito il suo rifugio.

E quando è a casa la campionessa? Mamma Nadia è sorprendente: «Questo puoi scriverlo. A cucinare i primi piatti è bravissima: paste, pizzoccheri. Nel periodo del Covid si è specializzata». E di cosa parlano campionessa e mamma? Gare? «Macchè: vestiti, unghie, acconciature, robe di donne. Di gare no. Poi ai suoi fratelli è legatissima come lo era ai miei genitori, che non ci sono più, o alla nonna paterna». Quindi Nadia, mentre ci indica al muro due belle foto di Lisa da ragazza naturalmente con medaglie al collo, va al punto: «Il biathlon, come tanti sport, al 99 per cento è testa».

E si ritorna a quel buco nero. Dal quale la campionessa è uscita, ne abbiamo avuta la conferma bevendo quel caffè “sofferto”, anche grazie alla famiglia. «Il mental coach Aiace Rusciano (un professionista veneto che ha lavorato anche al Milan ndr) le ha dato una grande mano». La famiglia e il paese hanno fatto altrettanto.

Milano-Cortina 2026, che per il biathlon vuol dire Anterselva. «È il suo sogno e anche il mio. E naturalmente quel giorno niente tv per me e solo gara registrata di sera: chi sopporterebbe la tensione di assistere ai poligoni?».

E dopo? «Deciderà lei se continuare, poi metterà su famiglia e avrò dei nipotini». Usciamo, con una promessa: Nadia, come Lisa, che si allena spesso in bici d’estate, è grande appassionata di ciclismo. Stravede per Pogacar. Il 24 maggio, chissà proprio con lo sloveno in rosa, il Giro d’Italia arriverà a Sappada. Visto mamma di Lisa? Eccoti accontentata magari sarà la tua ragazza a farti una foto col tuo beniamino.