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Lisa Vittozzi 15 km Beijing 2022

Mirco Romanin: “Gli veniva tutto facile fin da bambina, ma per arrivare ad alto livello il talento non basta”

C’è tanto di Mirco Romanin nel percorso di Lisa Vittozzi nel successo ottenuto ieri nella Coppa del Mondo di biathlon. Carnico di Forni Avoltri, 34 anni, l’allenatore azzurro racconta innanzitutto le emozioni e la rinascita della sappadina nell’intervista realizzata da Christian Dufour per il Fatto Quotidiano.

Ma andiamo con ordine. Vittozzi è da sempre una predestinata, anche se nella vita non ha praticato solo il biathlon. “I primi ricordi sportivi che ho di lei è quando giocava a calcio con mio fratello – racconta Mirco Romanin, allenatore della nazionale azzurra da tre anni – È sempre stata predisposta allo sport. Gli veniva tutto facile fin da bambina, ma per arrivare ad alto livello il talento non basta. Ci vuole tanto lavoro e sacrificio e lei è un esempio di come un talento può trasformarsi in campione”. Il tecnico 34enne di Forni Avoltri conosce Vittozzi da sempre e ha vissuto tutte le tappe della sua carriera.

“L’ho vista crescere, dalle prime partite di calcio a quando è diventata campionessa regionale e italiana di aria compressa nel biathlon. Per passare ai primi titoli con la carabina calibro 22 e ai successi ai mondiali giovanili. E infine l’oro mondiale assoluto di febbraio”. Nelle ultime due rassegne iridate, Oberhof 2023 e Nove Mesto 2024, Vittozzi ha conquistato 8 medaglie raggiungendo a quota 12 totali Wierer, l’italiana più vincente di sempre ai Mondiali. “Fin dal primo anno di comitato avevo intuito che poteva diventare una biathleta vincente. Aveva già la mentalità da lavoratrice, oltre al talento. E se una ha quelle caratteristiche può diventare un’atleta di alto livello”.

Ma la sappadina ha dovuto lottare contro demoni e fantasmi per essere quella di oggi. Nel 2018/19 Vittozzi è in lotta con Wierer per la Coppa del Mondo. Ma nell’ultima tappa stagionale a Oslo Holmenkollen sbaglia la sprint chiudendo 68esima e non qualificandosi per l’inseguimento. Quel risultato le impedisce di vincere la Sfera di Cristallo, che va a Wierer. “Lì è iniziato il suo periodo buio, ricorda Romanin. L’azzurra passa da essere una delle biathlete più precise nelle serie a terra a sparare con il 61% tre anni più tardi. “Dopo quella “sconfitta” ha buttato via tante energie mentali. Lisa se si mette in testa qualcosa deve raggiungerla a tutti i costi. E il suo carattere in quel momento le si è ritorto contro“.

In quel periodo buio l’azzurra si è affidata a un mental coach, con cui lavora per ritrovare serenità. Dopo quattro anni difficili, lo scorso inverno Vittozzi ha concluso terza in classifica generale alle spalle della francese Julia Simon e di Wierer. E nel 2023/2024 ha raggiunto l’apice. L’azzurra ha chiuso la stagione con il 92,5% complessivo, 93% a terra e 92% in piedi. “Il suo attuale punto di forza è proprio quello che in passato l’aveva messa in difficoltà – sottolinea Romanin – Ha ritrovato solidità e negli ultimi due anni è migliorata anche sugli sci e questo le permette di essere costante. Oggi Lisa è una biathleta completa”. E in vista di Milano Cortina 2026 potrebbe crescere ancora. “È uno sport talmente complesso che il piccolo margine di miglioramento lo trovi sempre. Può limare ancora alcune cose sia al poligono che sugli sci“.

Negli ultimi anni la popolarità del biathlon in Italia è aumentata in modo esponenziale. Prima Wierer e ora Vittozzi sono le artefici della crescita. “Se oggi tanti giovani praticano questo sport è grazie alle campionesse e ai campioni che abbiamo avuto ultimamente, tra cui c’è anche Lisa – sottolinea Romanin – Avere un’atleta come lei in squadra è stimolante per tutti, atleti e tecnici”. Vittozzi è già la seconda biathleta italiana più vincente di sempre. Davanti a lei c’è solo Wierer. A entrambe manca il titolo olimpico e Romanin ci spera: “Ora servirebbe la ciliegina sulla torta”. Chissà che a Milano Cortina 2026 il sogno non possa esaudirsi.

Foto: IBU