fbpx

Nell'”individuale” una grande prova di squadra per il Biathlon Azzurro

Una giornata che ci porta indietro di qualche anno, forse direttamente al 17 Marzo 2019. Siamo sempre ad Östersund, località svedese che ha portato fortuna in più di un’occasione i colori azzurri. C’è un punto in comune, anzi forse più di uno, sebbene allora fosse un appuntamento iridato.

Quattro stagioni dopo Dorothea Wierer è ancora una volta davanti a tutte, più forte degli acciacchi e dei malanni, a 33 anni è ancora in grado di primeggiare in questo sport, riuscendo ancora una volta a stupire anche se stessa e i tifosi italiani.

Sono quattro i successi ottenuti nella di Östersund, due di questi nell’individuale. Format che sembra gradire anche Lisa Vittozzi, che già allora fu seconda nella prova iridata, alle spalle di quella Hanna Öberg che oggi cercava di portarle via la Coppa di specialità. Per Lisa quattro podi in altrettante gare nella 15km. Ha gestito bene la tensione e i poligoni trovando a sua volta il 20/20. Ora la sappadina è seconda nella classifica generale e ci crederà fino a quando la matematica la escluderà dalla competizione per la classifica generale virgola che vede ampiamente favorita la francese Julia Simon.

Una doppietta storica per i colori azzurri in campo femminile, già sfiorata in occasione dell’individuale di Ruhpolding, quando ad imporsi fu proprio Vittozzi.

Oggi però dobbiamo celebrare un ragazzo che sta diventando sempre più speciale: un talento ben gestito all’interno del movimento azzurro. Tommaso Giacomel ha approfittato delle assenze dei big di coppa del mondo, purtroppo alle prese con il Covid, ma l’azzurro non ha mancato l’appuntamento con il podio, riscattando parzialmente le delusioni individuali nei mondiali di Oberhof.

Ha raggiunto l’obiettivo stagionale che si era prefissato e allo stesso tempo si porta il peso di una squadra orfana dei grandi leader che hanno trainato il movimento nelle ultime stagioni. Tommy è un biathleta diverso da Hofer per quanto riguarda la struttura fisica, molto più potente e meno agile, più esplosivo rispetto a Windisch, che era un diesel in grado di salire di colpi. Oggi ha gestito con maturità le sue serie di tiro per risultare il più preciso possibile, come avvenuto nell’individuale di Ruhpolding, dove fu quinto nel format.

Il primierotto classe 2000 delle Fiamme Gialle è già maturo per il suoi quasi 23 anni, ma allo stesso tempo ambizioso e leader.

La speranza è che questo gruppo, possibilmente recuperando al meglio Hofer dal punto di vista fisico, possa crescere anche nei suoi elementi più giovani in vista dei Giochi Olimpici del 2026. Indubbiamente siamo sulla buona strada…

Foto: IBU