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Anterselva

Sponsor e fans: dal biathlon alla Marcialonga, in valle sciare diventa business

Vi riportiamo l’interessante analisi svolta da Mario Nicoliello per il Sole 24 Ore Sport 24 dove analizza nel dettaglio l’indotto delle tappe sia di Coppa del Mondo che di Ibu Cup, mettendole a confronto con gli altri eventi legati agli sport invernali in Alto Adige e Trentino.

“Dentro l’Alto Adige Arena la tribuna è vuota. Niente spettatori ad Anterselva in questi giorni per la classica tappa della Coppa del Mondo di biathlon, un evento che in tempi pre-Covid era arrivato a superare i 2 milioni di euro di giro d’affari. Nel corso degli anni è diventato la principale competizione invernale sul suolo italiano, sci alpino compreso. Nella vallata di Anterselva non c’era una camera libera nei quattro giorni della manifestazione con gli spettatori paganti che toccavano quota 60 mila. Eppure anche senza tifosi lo show va avanti perché la sola gara garantisce comunque i proventi derivanti dalla cessione dei diritti televisivi, dalle sponsorizzazioni e dai contributi pubblici. A risentirne è invece l’indotto, poiché in media ogni spettatore spendeva 200 euro al giorno tra biglietto, cibo, alloggio e bevande. Senza i fiumi di birra il business della neve si assottiglia, ma non si perde. Così sui seggiolini vuoti un cartello invita tutti a tornare dal vivo nel 2023, in uno dei luoghi più suggestivi del circuito mondiale dello sci e spara, uno stadio che nel 2026 verrà marchiato con i cinque cerchi. Ad Anterselva si disputeranno infatti le gare olimpiche dei Giochi di Milano-Cortina”.

A Cortina d’Ampezzo, in questo week-end gare di sci alpino con prezzi bassi per resistere alla crisi, sci stretti e carabina sono la panacea anche di altre piccole valli italiane, sconosciute al grande pubblico, ma che grazie agli sport invernali hanno trovato un proprio modello di business. Oltre ad Anterselva può essere il caso della Val Martello, situata all’interno del parco Nazionale dello Stelvio, teatro solitamente di competizioni di Ibu Cup, Junior Ibu Cup e Coppa Italia, nonché di vari campi di allenamento. Studi locali hanno evidenziato una creazione di valore aggiunto legato allo sport pari a circa 7oomila euro all’anno, di cui quasi 5oomila per gli alloggi, 97mila per 11 commercio, 47mila per i servizi ricreativi, 44mila per la mobilità.

Insomma il legame sport e territorio, quando di mezzo c’è la neve, può tradursi anche in business. Ne sanno qualcosa le valli trentine di Fiemme e Fassa, dove tra otto giorni andrà in scena la Marcialonga. Anche in questo caso il Covid ci ha messo lo zampino. Gli iscritti che hanno confermato la partecipazione sono 5.150 sui 7.500 potenziali, con molti stranieri che hanno posticipato l’adesione al 2023 – ma non ha comunque intaccato la messa in scena dei massacranti 70 chilometri con gli sci stretti ai piedi da Moena fino a Cavalese. Una competizione il cui giro d’affari ante Coronavirus si era consolidato attorno al milione e duecentomila. Le quote di iscrizione rappresentano la metà del fatturato, la cui restante parta deriva dagli sponsor (35%) e dai contributi degli enti locali.

È stato calcolato come il 50% dei partecipanti spenda più di 600 euro, mentre il 15% supera i 1000 euro. La permanenza media negli hotel è di 4 notti, mentre la spesa media giornaliera è di 170 euro. Per consentire lo svolgimento della gara gli organizzatori coinvolgeranno 1300 volontari e per il ristoro stiveranno 13.500 litri di tè, 6.000 litri di bevande energetiche, 700 chili di pasta, 600 chili di pomodoro, 100 chili di pancetta, 540 di biscotti, 270 di uva sultanina e prugne secche, 2 quintali di zucchero, altrettanti di grana e oltre 7.000 mele. L’indotto stimato sul territorio sfiora i 9 milioni di euro, portando nel mondo il logo di una valle che nel 2026 accoglierà i cinque cerchi, limitatamente allo sci nordico: il salto a Predazzo, il fondo a Lago di Tesero.

Il cuore delle Olimpiadi italiane sarà la Perla delle Dolomiti, ossia Cortina d’Ampezzo, che in questo week-end ha accolto le donne veloci della Coppa del Mondo di sci. A differenza di Anterselva all’ombra delle Tofane il pubblico c’è stato: 500 tifosi in tribuna e altrettanti nel parterre. Nel primo caso si spendono 25 euro, nel secondo 10. Cifre modeste per incentivare la presenza. Mai come quest’anno occorre resistere.

Foto: Nordicfocus