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Tiril Echkoff è la quarta stella ad annunciare l’addio al biathlon. Saluta uno dei talenti più brillanti della storia della disciplina

L’ultima tappa della stagione 2022-2023 non è ancora cominciata ma Holmenkollen è già salita ripetutamente agli onori della cronaca in queste ore a causa degli innumerevoli ritiri illustri. Dopo Marte Røiseland, Anais Chevalier-Bouchet e Denise Herrmann Wick, è stato infatti poco fa il turno della fuoriclasse norvegese Tiril Eckhoff, che ha annunciato la fine della sua carriera da agonista con effetto immediato. Assente dalle gare da tutto l’inverno, e dopo un’estate molto travagliata a causa di motivi di salute, una delle biathlete più talentuose della storia della disciplina si è per sua stessa ammissione arresa e ha deciso di guardare avanti.

A quasi 32 anni lo scorso marzo Eckhoff ha vinto proprio a Holmenkollen, davanti al pubblico amico, quelle che sarebbero state le ultime gare della sua strepitosa carriera. Il palmares che lascia agli annali è ricchissimo: 29 successi complessivi (quinta all time), 45 podi, 2 ori olimpici (in staffetta), 10 ori iridati (di cui 3 individuali)  e naturalmente la Sfera di Cristallo del 2021, dominata in lungo e in largo. Prima il covid, poi gravi problemi personali tra i quali una tremenda insonnia persistente, la nativa di Bærum ha capito di non avere più le energie per ripartire da zero e ha salutato tutti tramite i suoi canali social.

“Il biathlon è stata la mia vita per quasi tutto il tempo che posso ricordare, ed è strano immaginare una vita senza. Nell’ultimo anno me sono stata un po’ in disparte, quindi in pratica mi sembra quasi una transizione naturale verso il futuro. È sicuramente un po’ triste, ma anche abbastanza eccitante”

La sua partenza, associata a quella della storica rivale e compagna Marte Røiseland, si preannuncia molto difficile da digerire per il biathlon femminile norvegese, che dovrà ritrovare una nuova dimensione proprio nel momento nel quale la controparte maschile sta dominando come mai nessun altro team ha fatto nella storia.

Michele Brugnara