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Beatrice Trabucchi Biathlon

Biathlon, Beatrice Trabucchi: “Non sono riuscita a esprimere le mie reali potenzialità, ma sto lavorando bene con il gruppo juniores-giovani”

Abbiamo avuto il piacere di intervistare la giovane valdostana classe 2000 Beatrice Trabucchi: l’azzurra dell’Esercito ha conquistato la medaglia di bronzo nell’individuale ai Mondiali Juniores di Obertilliach (Austria) con il 19/20, alle spalle della francese Camille Bened e della slovacca Henrieta Horvatova. Impiegata in Ibu Cup durante questa stagione, Beatrice è la migliore tiratrice del gruppo juniores-giovani.

Ciao Beatrice, alla fine della passata stagione hai fatto l’esordio in Ibu Cup a Martello e dal 2021 fortunatamente tu e Rebecca Passler avete potuto far esperienza nel circuito, gareggiando anche ai Campionati Europei di Duszniki Zdroj in Polonia. Come valuti questa tua stagione nel secondo circuito del biathlon?

“La stagione complessivamente posso valutarla positivamente, ho avuto la possibilità di fare esperienza sia in Ibu Cup che agli Europei dove il livello è ancora più alto dal momento che erano presenti anche atleti di Coppa del Mondo, ma non sono mai riuscita a trovare la condizione giusta sugli sci, ho fatto molta fatica e penso di non essere riuscita ad esprimere le mie reali potenzialità”.

L’obiettivo principale della tua stagione però erano i Mondiali Junior di Obertilliach, dove sei riuscita a conquistare il bronzo nella gara forse più adatta alle tue caratteristiche, ossia l’individuale. Complessivamente il tuo è stato un Mondiale di alto livello, perché forse ti è mancato qualcosa sugli sci nella sprint ma con lo zero nell’inseguimento hai rimontato tantissime posizioni, fino al sesto posto finale. Nella staffetta inoltre avete fatto un’ottima prova di squadra arrendendovi solo alle francesi

“Si assolutamente, avevamo lavorato per tutta la stagione per questo appuntamento ma non avevo delle belle sensazioni alla vigilia, volevo concentrarmi soprattutto dal punto di vista del tiro. Nell’individuale sono riuscita a fare bene sugli sci perchè nell’ultimo giro ho tenuto alle spalle la francese Botet a parità di errori. Mi sono difesa nella sprint e ho fatto una bella rimonta nell’inseguimento. La medaglia in staffetta è stata un po’ inaspettata, soprattutto l’argento. Sapevamo di poter fare bene ma è stato poi bello conquistare una medaglia di squadra tutt’altro che scontata”.

In seguito ai risultati del gruppo giovani-juniores hanno dato ancor più credito a tecnici preparati come il friulano Mirco Romanin e il valdostano Fabio Cianciana che ti seguono da diverse stagioni

“Il fatto di seguire la squadra da tanti anni ha fatto si che siano entrati nella piena consapevolezza dei nostri mezzi. Fin dal primo anno che io e Rebecca eravamo in squadra Mirco si è accorto del fatto che nel confronto internazionale noi italiani faticavamo molto nel passo sugli sci, quindi abbiamo aumentato i carichi sui lavori ad alta intensità e i risultati si sono visti nelle stagioni successive. Abbiamo dei tecnici preparati che ci seguono e abbiamo la possibilità di poter lavorare bene anche a casa con la logica dei gruppi di lavoro “geografici”, legate anche alle dinamiche della pandemia del Covid. Noi valdostani possiamo appoggiarci a Fabio Cianciana, Edoardo Mezzaro e Aline Noro che supportavano sia noi juniores-giovani, ma anche Nicole Gontier, Michela Carrara e Didier Bionaz”.

Il tuo punto di forza è sicuramente la percentuale al tiro. Molto solida a terra e precisa anche in piedi, qual è il tuo segreto? Su quali aspetti invece ti stai concentrando sul lavoro per la tua crescita?

“Sul tiro ho sempre lavorato bene e sparato bene fin dai tempi dell’aria compressa, grazie anche all’impostazione dello sci club e al mio allenatore Gianni Gens. In comitato poi sono sempre stata seguita da Fabio Cianciana che mi ha permesso di avere continuità poi nel lavoro delle categorie successive. Per quanto riguarda la crescita devo migliorare la tecnica di sciata per renderla più performante e redditizia, perchè potrebbe permettermi di fare il salto di qualità, mentre sul tiro posso migliorare sui tempi di esecuzione: ad esempio Rebecca riesce a guadagnare tanto sui quattro poligoni su questo aspetto”.

Nelle ultime gare della stagione anche tua sorella Martina, di due anni più giovane, ha esordito in Ibu Cup dopo aver conquistato due medaglie iridate nella categoria giovani. Entrambe arruolate per il CS Esercito, in cosa ti rivedi in lei e in cosa invece siete diametralmente opposte?

“Siamo molto diverse, lei riesce a lavorare bene sulla forza e a livello di carichi e magari io lavoro meglio sulla resistenza nel fondo dell’atletica sui 3000 metri o sulla corda. Abbiamo anche fisici diversi, lei è più potente e in proporzione lavora meglio sugli sci, ma al tiro è un po’ più fallosa”. 

Da valdostana e da atleta del CS Esercito hai avuto modo anche di gareggiare e di conoscere negli anni Nicole Gontier, che a Martello ha annunciato il ritiro dall’attività agonistica. Ti dava consigli e che ricordo terrai di lei?

“Ho avuto modo di conoscerla meglio durante questa stagione di Ibu Cup e agli Europei: è una bella persona sempre gentile e solare, spesso mi ha dato dei buoni consigli, spero possa rimanere nell’ambiente del biathlon”.

Hai un idolo o un riferimento nel mondo dello sport? Devi fare dei ringraziamenti al termine di questa stagione?

“I riferimenti li abbiamo già qui in Italia, perchè il livello che hanno raggiunto i nostri quattro big dà ispirazione un po’ a tutto l’ambiente, però devo ammettere che in questa stagione mi ha colpito Sturla Laegreid per il suo approccio al tiro, sebbene sia giovane dimostra di essere molto maturo. Non sente la pressione, è veramente solido e deve avere una bella testa. Ringrazio il supporto del CS Esercito, il gruppo Juniores-Giovani e chiaramente la mia famiglia”.

Foto: Reichert IBU