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Dominik Windisch ITALIA

Dominik Windisch, un pezzo di storia del biathlon azzurro si ritira

Dominik Windisch ha annunciato il ritiro. Il vincitore della medaglia di bronzo nella sprint olimpica del biathlon ai Giochi Olimpici di PyeongChang2018 e campione del mondo nella mass start di Östersund nel 2019 ha deciso di appendere la carabina al chiodo. In pochi però, esclusi gli appassionati della disciplina, conoscono l’alpino classe 1989.

Dominik proviene da Rasun Anterselva, così come Dorothea Wierer, anche se originaria di Rasun di Sotto mentre l’atleta classe 1989 dell’Esercito risiede tuttora a Rasun di Sopra. Nonostante la statura, da Marcantonio, è un ragazzo umile, semplice e soprattutto attento ai dettagli, cercando migliorare sotto ogni aspetto del proprio lavoro, sia nel fondo, che nel tiro. Nel tempo libero è un’artista, si diletta nel disegno e in piccole sculture o artefatti, che in seguito dona a Julia, la sua ragazza.

Il biathlon è stato sempre però il suo sogno, fin da piccolo, anche se nelle giovanili non è riuscito ad ottenere grandi risultati ma dalle sconfitte ha saputo cogliere le migliori lezioni di vita e di sport. Nel Mondiale di Anterselva 2007, guardando i migliori atleti di Coppa del Mondo sfidarsi per le medaglie, ha capito che quello sarebbe stato il suo obiettivo e il suo lavoro: in gara in quella competizione c’era anche il suo idolo, ossia il fratello Markus Windisch, biathleta di buonissimo livello che ha gareggiato fino ai Giochi di Sochi del 2014, ma con il quale è riuscito a togliersi la soddisfazione di vincere in Coppa del Mondo nella staffetta maschile ad Oberhof nel 2012.

La carriera di Windisch cambia radicalmente dopo i Giochi Olimpici di Sochi, dove conquista la medaglia nella staffetta mista con Dorothea Wierer, Karin Oberhofer e Lukas Hofer: nella rassegna a cinque cerchi capisce che il suo livello sugli sci è competitivo rispetto ai migliori e lavorando al poligono si può crescere ancora, infatti nel gennaio del 2015 arriva anche la prima vittoria in Coppa del Mondo, a Canmore nella mass start, in una giornata caratterizzata dal forte vento. L’ultimo giro è sempre stato il suo punto di forza e, uscendo al poligono da terzo, supera gli avversari tagliando per primo il traguardo. I due podi conquistati a Oberhof nel 2016, nella sprint e nell’inseguimento, lo certificano come uno degli atleti più temibili della disciplina.

A PyeongChang2018 Dominik scrive la storia. A distanza di 20 anni dall’argento di Pieralberto Carrara nell’individuale di Nagano 1998, riporta l’Italia del biathlon sul podio individuale a cinque cerchi: il bronzo a sorpresa nella sprint e la conferma nella staffetta mista, stampando in volata il tedesco Peiffer, ne certificano il livello raggiunto. Se il primo metallo è stato utilizzato per forgiare l’anello di fidanzamento per Julia, ricordiamo anche i momenti di suspense dopo la contestazione del quartetto tedesco per quel finale lottato come sempre fino all’ultimo metro.

Tutti i tifosi del biathlon azzurro lo ricorderanno soprattutto per l’impresa realizzata nella mass start iridata di Östersund del 2019: poche ore prima l’Italia gioiva per il primo oro iridato conquistato nello stesso format da Dorothea Wierer, ma all’ultimo poligono in una gara condizionata da neve e forte vento. Sbagliano tutti, mentre Dominik trova lo zero nell’ultima serie. L’azzurro si trova così in prima posizione nell’ultimo giro, un miracolo considerando che dopo la prima serie era 24esimo.

Seguiranno delle stagioni complicate al tiro, nelle quali l’azzurro è riuscito a trovare dei picchi di forma, come nella staffetta mista dei Mondiali di Anterselva. L’ultimo acuto è arrivato ai recenti Giochi Olimpici di Pechino 2022, dove sempre nella staffetta mista ha chiuso in rimonta con il quinto posto.

Quello di Dominik non è certamente il prototipo del biathleta perfetto, ma grazie al lavoro e all’impegno è riuscito a conquistare dei grandissimi risultati. Tenacia, spensieratezza e forza di volontà sono i suoi tratti caratteristici e non farà mancare il suo apporto al movimento anche quando avrà smesso con l’agonismo.

L’altoatesino ha dichiarato in conferenza stampa di non aver maturato la decisione improvvisamente: “Chi mi conosce sa che sono una persona che osserva, ragiona e poi fa”.

E’ da inizio stagione che si stava analizzando dal punto di vista fisico e mentale, gli ultimi anni con il covid di mezzo hanno reso i sacrifici legati alla vita privata sempre più duri. Ciononostante è sempre riuscito a trovare le motivazioni per continuare a competere ad alti livelli: “Sono partito molto motivato anche prima di questa stagione, avevo diversi obiettivi per la preparazione e li ho raggiunti tutti prima dell’avvio delle gare”.

Durante i mesi estivi si è allenato al 100% forse come non mai ma “la stagione è stata quella che è stata”. Durante le Olimpiadi si è trovato a ragionare sul fatto che quelle sarebbero state le sue ultime competizioni a cinque cerchi ma il discorso Coppa del Mondo restava ancora parzialmente aperto. Il covid contratto prima della tappa di Kontiolahti e i ragionamenti fatti con i tecnici e con il gruppo sportivo Esercito hanno infine convinto l’azzurro a prendere la decisione di ultimare la carriera agonistica alla fine della stagione corrente.

Dominik ha dichiarato che la mass start olimpica è stata di fatto la sua ultima gara al top: “Mi ha dato tante soddisfazioni e l’ultimo zero in fondo alla gara per me è stato importante perché è stato l’ultimo poligono olimpico chiuso in bellezza”.

Riguardo al futuro non ha dubbi sul fatto che rimarrà nel mondo del biathlon ma non ha ancora deciso in quale veste:” L’Esercito mi sta supportando nella scelta riguardante il mio futuro e ho diverse vie da percorrere, sceglierò ad aprile ma sicuramente resterò nel mondo del biathlon. Pensando appunto a queste prospettive mi vengono più stimoli rispetto a quelli che avrei da atleta. Ecco perché sento che è arrivato il momento sportivo e personale giusto per ritirarmi. Sono contento di potermi ritirare in forma e ancora competitivo a livello mondiale.

Penso sia il miglior modo per farlo e mi dispiacerebbe abbandonare con un livello più basso. Sono contento di aver raggiunto ciò che ho raggiunto e gli allenatori mo hanno supportato in questa scelta. Quest’anno ci sarà un cambiamento grande all’interno del movimento e penso sia il momento perfetto per cambiare il ruolo. Iniziare con nuovi impegni in occasione dell’avvio di un quadrienno olimpico mi permette di apportare le mie idee e il mio impegno ancora di più”

Ha infine concluso ringraziando la squadra, il C.S. Esercito, la FISI, gli sponsor e tutti coloro che l’hanno supportato durante questa incredibile avventura.

Non ci resta quindi che dire un enorme grazie a Dominik per tutte le emozioni che ci ha fatto provare e augurargli un futuro personale e sportivo meraviglioso.

Te lo meriti Dominik, a presto!

 

 

 

Foto: FISI (Pentaphoto)