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Lisa Vittozzi sfera di cristallo

LISA I: dalla piazza d’onore alla sfera di cristallo, la grande carriera di Lisa Vittozzi

Dopo un lungo inseguimento durato per dieci stagioni, oggi possiamo finalmente festeggiare il successo di Lisa Vittozzi nella classifica generale della Coppa del Mondo di biathlon. La sappadina del CS Carabinieri succede così nell’albo d’oro alla francese Julia Simon, tra le grandi rivali di questa stagione. La sfera di cristallo torna in Italia a quattro stagioni di distanza dal doppio successo di Dorothea Wierer.

Una predestinata Lisa, a cui madre natura, mamma Nadia e il papà hanno fornito un dono, quello del biathlon. Classe 1995: Alta e forte, da piccola le ha provate tutte da tifosa juventina: calcio, sci alpino, fondo e quindi biathlon. Dopo aver dominato nella categoria giovani, togliendosi grandissime soddisfazioni ai Mondiali Youth di Obertilliach e Presque Isle. A 18 anni proprio a Nove Mesto sale sul podio agli Europei nell’individuale e basta una gara di Ibu Cup per capire che l’atleta della Forestale (ora Carabinieri) dello sci Camosci di Sappada è pronta per la Coppa del Mondo.

Un apprendistato quello del massimo circuito che la vede eccellere come percentuali e nella stagione 2016/2017 raggiunge il primo obiettivo: dopo diversi podi e vittorie in staffetta, conquista a Kontiolahti il primo podio in Coppa del mondo. L’Italia sa che ha tra le mani un talento puro e non tarda a sbocciare, tanto che a PyeongChang 2018 va vicino alla medaglia in diverse occasioni, togliendosi la grande soddisfazione nella staffetta mista. Una stagione costante quella dell’azzurra che la rende consapevole dei suoi mezzi.

Nella stagione 2018/2019 è già tra le favorite per la sfera di cristallo, al pari di Dorothea Wierer, da diverse stagioni nella top 5 del circuito per la classifica generale. Una sfida interna a suon di podi e vittorie, con Lisa che a Oberhof non solo conquista la prima vittoria in carriera con una sprint magnifica, ma resiste anche al ritorno delle avversarie nell’inseguimento. Una doppietta che la porta alle stelle, rendendola una delle favorite per i Mondiali di Oestersund e non solo.

In Svezia però si inceppa qualcosa all’interno della squadra, dopo l’argento conquistato nell’individuale, il primo iridato alle spalle di Hanna Oeberg, Lisa sembra in vantaggio su Wierer nella lotta per la sfera di cristallo, difendendo il pettorale giallo. Wierer non è al meglio in quel mondiale e salta la staffetta per motivi di salute, con lei l’Italia sarebbe stata sicuramente da medaglia con Gontier e Sanfilippo. La finanziera recupera in tempo per la mass start conclusiva e conquista un’oro memorabile, a cui poche ore dopo bisserà un incredibile doppietta per l’Italia con Dominik Windisch.

Lisa non ci sta ed è nervosa, tanto da compromettere le sue chance nella sprint di Oslo dove non si qualifica nell’inseguimento ed anche Kuzmina sembra tornarle sotto nella lotta per la generale, vinta nella gara conclusiva proprio dalla compagna Dorothea Wierer.

Da lì in poi Lisa entra in un tunnel, dove non riesce a esprimersi con continuità al poligono, sebbene riesca in staffetta comunque ad esprimersi al meglio. Tra Anterselva e Pechino nella stagione 2022 il suo punto più basso, con serie nelle quali non riusciva nemmeno a coprire un bersaglio. Il supporto di uno psicologo è stato utile ma non basta, serve serenità.

Nello staff tecnico, con la regia di Klaus Hollrigl e Fabrizio Curtaz c’è prima l’introduzione di Mirco Romanin, promosso al pari di Fabio Cianciana dalle categorie giovanili dove hanno ottenuto ottimi risultati: Mirco è conterraneo di Lisa vivendo a Forni Avoltri, sede del centro biathlon dove si allenano tuttora. Poi la rivoluzione al tiro, con l’introduzione di Jonne Kahkonen, tecnico di valore internazionale con esperienze in Finlandia e negli USA, disposto a tutto, anche a tagliarsi i capelli, per vederla felice. Con il loro ingresso Lisa ritrova la fiducia, il divertimento e la fame per fare biathlon. Il supporto della Fisi e della squadra femminile, composta anche da Edoardo Mezzaro e dall’allenatore responsabile Alex Inderst, le permettono di lavorare nel migliore dei modi. Oggi è in grado di emozionare i tifosi e le compagne di squadra, che la ritengono un modello da seguire.

In tutta la sua carriera agonistica, ancora lunga, non le è mai mancato il supporto della famiglia, del centro sportivo e dei tifosi, in particolari sostenitori del Lisa Vittozzi Fan Club, tifosissimi della “Plodar Sniper”, che la seguono nelle tappe italiane e internazionali del massimo circuito.

Un biennio questo che l’ha riportata ad altissimi livelli: lo scorso anno è tornata al successo nell’individuale di Ruhpolding ed è stata grande protagonista ai Mondiali di Oberhof, con tre medaglie di squadra e una individuale proprio nel format che l’ha consacrata un anno dopo a Nove Mesto. Memorabile la sua prestazione contro Herrmann che ha regalato l’oro nella staffetta femminile all’Italia.

In questa stagione la cavalcata è stata mostruosa, non solo per il livello mostrato al tiro. A turno Ingrid Tandrevold, Julia Simon e Justine Braisaz-Bouchet sembrano avere qualcosa in più della sappadina, ma lei è risultata l’atleta più completa e più costante: da Oberhof in poi c’è stata la conferma che si sarebbe lottato fino alla fine con queste atlete.

Nove Mesto meriterebbe un capitolo a sè: dopo le difficoltà iniziali legate al mal di schiena (in raduno) e ai materiali, è una delle assolute protagoniste con Simon e Braisaz della rassegna iridata, conquistando l’oro nell’individuale e ben tre argenti (inseguimento, mass start e single mixed con Tommaso Giacomel), portando l’Italia in terza posizione nel medagliere. La consacrazione è arrivata nel giorno dell’individuale, con un 20/20 che è il suo marchio per un capolavoro.

 

 

Un finale quello per la sfida per la sfera di cristallo che è ancora da scrivere e tra Soldier Hollow e Canmore dimostra che è davvero maturata, gareggiando con quella mentalità e quella forza che le permetteno di vincere sulle avversarie e non solo al poligono o sugli sci. Il successo nella sprint con un ultimo giro clamoroso è un indizio pesante, con Tandrevold che sbaglia sia a terra che in piedi. Nell’inseguimento un capolavoro, sia nella gestione delle energie che delle avversarie, concentrandosi solamente sul lavoro e sul poligono. Oggi la ciliegina è arrivata…

Dopo l’oro iridato oggi è arrivata la definitiva consacrazione con la vittoria nella Coppa del Mondo. Ora manca solo per lei la medaglia individuale ai Giochi Olimpici e magari chissà, vista l’opportunità di Milano Cortina 2026, qualcosa di più…Per chiudere l’ennesimo cerchio di un Campionessa con la C maiuscola. Dalle stelle, al buio e di nuovo alle stelle per un futuro sempre più roseo…Lisa Vittozzi è il simbolo della resilienza di chi, come lei, non molla proprio mai: te la meriti tutta questa sfera, LISA I.

 

Foto: Manzoni IBU