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Dorothea Wierer, Hannah Auchentaller, Lisa Vittozzi, Samuela Comola

Un oro dell’intero movimento, l’Italia è sul tetto del mondo nella staffetta femminile

Oggi si è scritta un’altra pagina della storia del biathlon azzurro. Samuela Comola, Dorothea Wierer, Hannah Auchentaller e Lisa Vittozzi hanno portato l’Italia per la prima volta alla conquista della medaglia d’oro nella staffetta femminile di Oberhof, sede dei Campionati del Mondo di biathlon. Un successo che parte da lontano ma che si è concretizzato oggi, anche a fronte di scelte dolorose. Battute la Germania padrona di casa e la favorita Svezia, quarta la ben più quotata Francia.

Alla vigilia serviva la gara perfetta per salire sul podio: così è stato, ma non si pensava che si potesse lottare per il gradino più alto. Nel vento e nella pioggia di Oberhof, che hanno reso più complicata e epica la gara, le azzurre si sono distinte al poligono utilizzando due sole ricariche. DUE! La precisione al tiro oggi ha permesso di colmare la superiorità sugli sci delle nazionali più quotate, restando sempre nelle prime posizioni.

Samuela Comola è stata semplicemente perfetta al tiro: la valdostana classe 1998 dell’Esercito, reduce dall’ottima performance dell’individuale dove ha sfiorato il podio, ha avuto il merito di gestire ottimamente la prima frazione, portandosi anche al comando nel secondo giro per non far rientrare le nazioni più attardate, restando sempre a contatto con la svedese Persson che aveva concesso due ricariche nella serie a terra.

Dorothea Wierer non sta vivendo la sua miglior rassegna iridata, in un contesto poco gradito come quello di Oberhof. Oggi le condizioni poi erano per lei le più difficili ed è persino incorsa in una piccola caduta nel tratto in salita della prima tornata, fortunatamente senza danni. Il riscatto però è arrivato al poligono con le sue percentuali e la velocità di rilascio colpi: dove le sue avversarie dirette erano costrette ad utilizzare le ricariche e ad entrare in più di un occasione nel giro di penalità, la campionessa classe 1990 delle Fiamme Gialle ha gestito al meglio le raffiche soprattutto nella serie in piedi, portando l’Italia al comando a metà gara, scremando la concorrenza per il podio. Germania, Svezia, Francia e Norvegia sono costrette a rincorrere.

Hannah Auchentaller è della stessa scuola di Dorothea Wierer, ossia quella di Anterselva. Oggi l’atleta dei Carabinieri classe 2001, alla decima gara in Coppa del Mondo, la quarta ai Mondiali, ha dato prova di grande maturità. Lucidità nella gestione della serie a terra, dove ha dato tacche dopo aver coperto il bersaglio, gestione della pressione e dello sforzo sugli sci: come ha detto poi anche nelle dichiarazioni l’esperienza di Anterselva l’ha fatta crescere. Lo sta facendo in fretta Hannah, soprattutto se consideriamo che alla vigilia non sarebbe dovuta partire nella sprint per la vicenda delle quote chiarita in extremis dall’Ibu. I risultati individuali ottenuti a Oberhof sono i migliori della sua breve carriera nel massimo circuito. Ci auguriamo di poterla vedere anche domani nella mass start, dove ad ora è  ancora una volta la prima riserva.

Dulcis in fundo Lisa Vittozzi, alla quarta medaglia in cinque gare disputate e finalmente oggi ha trovato lo zero al tiro. Una prova pesantissima al poligono che ha messo pressione a Denise Herrmann, oro nella sprint e argento nell’inseguimento, ma ha anche ammutolito tutto il pubblico di Oberhof. La sappadina classe 1995 dei Carabinieri grazie a due serie rapide e precise ha regalato una medaglia d’oro storica per tutto il movimento. Domani c’è un altro appuntamento importante per le medaglie e chissà che la mass start non possa darci ulteriori soddisfazioni. Queste due settimane ha dimostrato, come nel corso di tutta la stagione, di essere tornata al livello della stagione 2018-2019.

Come accennato in precedenza il frutto di questo risultato è, manco a dirlo, merito della squadra. Dalla Direzione Tecnica, agli allenatori del tiro e della parte atletica, agli skimen, massaggiatori e anche del cuoco Arturo. La sinergia e la coerenza del gruppo ha portato serenità all’ambiente e ciò permette di ottenere i fatti, senza dover dare spiegazioni.

La scelta dolorosa (no, non sto parlando del caso Sanfilippo, sul quale torneremo) oggi è stata quella di lasciare a riposo Rebecca Passler, che ha portato sul podio l’Italia nelle prove di Hochfilzen e Ruhpolding. Le caratteristiche della classe 2001 dei Carabinieri sono la rapidità al tiro e in staffetta può fare comodo, soprattutto in prima frazione. Ma le scelte vanno anche fatte in funzione del contesto e della strategia di gara. I risultati individuali lasciavano poco spazio a dubbi in merito alla composizione del quartetto ed è stata una scelta coerente, anche a priori, dando più valore al ritmo sugli sci di Auchentaller rispetto alla velocità di tiro di Passler. Sicuramente la sudtirolese avrà altre occasioni in futuro per sfoggiare le sue doti, in una staffetta che sarà performante anche in caso di assenze di una delle due big.

Il lavoro dello staff tecnico fin dalla composizione della Direzione e delle squadre nazionali in questa stagione è stato improntato per arrivare il più preparati possibile ai Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026: le scelte hanno dimostrato che queste atlete, senza dimenticare gli ottimi risultati delle prove miste di Giacomel e Bionaz, sono già pronte oggi per questo tipo di risultati e per rimanerci. Sebbene sia uso comune criticare le scelte a prescindere, la miglior risposta sono i fatti e a questi livelli, sono rappresentati dai risultati. Il resto sono solo chiacchiere per aumentare le interazioni, per cui lasciamo lavorare le squadre nazionali senza fare voli pindarici nelle valutazioni, che le soddisfazioni non mancheranno…

 

 

 

 

Foto: IBU